HomeLiquore - DistillatoDistillation history: la mixology riscopre il verjus, alternativa (antica) al limone

Distillation history: la mixology riscopre il verjus, alternativa (antica) al limone

Sono sempre più numerosi i bartender che, nei loro cocktail, utilizzano il verjus come ingrediente acidificante, in alternativa al succo di limone.

Scopriamo dunque la storia e le caratteristiche di questo prodotto, oggi poco conosciuto nonostante le origini antichissime.

Il verjus (in italiano si chiama agresto, ma in miscelazione viene di solito indicato con il nome francese) è ottenuto dalla cottura del succo risultante dalla spremitura di uve acerbe. Era conosciuto (con il nome di omphacium) sin dai tempi dell’antica Roma, quando veniva utillizzato per insaporire o per coprire il gusto non troppo gradevole di cibi non proprio freschissimi.

Dai romani, l’agresto si è poi diffuso nella cucina araba. Nel medioevo, oltre a essere impiegato come condimento, costituiva la base per la preparazione di salse, soprattutto in Francia. E molti secoli più tardi, nell’Ottocento, Pellegrino Artusi citava l’agresto nella ricetta del suo celebre piccione in umido.

La riscoperta come alternativa “bio” al limone

Quasi dimenticato nell’ultimo secolo, per lo più soppiantato dall’aceto balsamico, l’agresto – pardon il verjus – è stato recentemente riscoperto sia in cucina sia – come dicevamo – nella miscelazione. Qualcuno lo definisce un’alternativa “bio” al succo di limone (che peraltro non è meno biologico…). E in pochi anni si sono moltiplicati nel mondo i produttori che lo propongono sul mercato.

Chi lo ha sperimentato suggerisce che è particolarmente indicato nella preparazione di cocktail a base di vino, come lo Spritz, il French 75 o il Sidecar, trattandosi sempre di un prodotto ottenuto dall’uva, ma anche di svariati drink analcolici.

Rispetto agli agrumi, il verjus bilancia la dolcezza in maniera più delicata. Ma attenzione: proprio come il vino, può essere ottenuto dalle uve di diversi vitigni, quindi ne esistono diverse varietà con sapori diversi. Di conseguenza sarà necessario studiare e sperimentare più qualità (e quantità) prima di trovare quella più adatta ai vari drink.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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