I dati dell’epidemia di Aviaria nel mondo, riportati da Dissapore, mettono in luce che nei primi 9 mesi del 2022 l’influenza aviaria – malattia degli uccelli causata da un virus dell’influenza di tipo A- ha colpito quasi 50 milioni di volatili in 42 Stati degli USA.
E l’Aviaria non andrebbe meglio in Europa, a osservare il rapporto chiesto dalla Commissione Europea sul tema.
Qui si legge che: “La stagione epidemica dell’influenza Aviaria ad alta patogenicità (HPAI) 2021-2022 è la più grande epidemia di HPAI finora osservata in Europa, con un totale di 2.467 focolai nel pollame, 47,7 milioni di volatili abbattuti negli stabilimenti colpiti, 187 focolai negli uccelli in cattività e 3.573 Rilevazioni del virus HPAI in uccelli selvatici con un’estensione geografica senza precedenti che si estende dalle isole Svalbard al Portogallo meridionale e all’Ucraina, colpendo 37 Paesi europei“.
E arriviamo al commento di Dissapore, dove si legge: “L’Aviaria è un problema serio come mai prima, e non riguarda solamente il fatto che non troveremo più uova su cui grattare il tartufo, tacchini per il Giorno del Ringraziamento o foie gras per le nostre cene d’occasione. Secondo gli epidemiologi, ci sono una serie di elementi che rendono H5N1 il candidato favorito per una prossima pandemia. Lo dice l’Istituto Superiore della Sanità. Il rischio di salto di specie, con questi numeri si fa sempre più alto”.

Che sono certamente tanti, ci metto la mano sul fuoco.

Forse il giornalismo non è più il quarto potere. Ma resta un potere. Un potere forte.
E credo che noi giornalisti dovremmo essere più cauti, più critici, più indipendenti dal SEO e dai click. E molto attenti a non alimentare il terrore. Dal Covid all’Aviaria. Abbiamo bisogno di serenità. Tutti.







