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Due progetti per la sostenibilità nella produzione della birra

Presentati due progetti italiani che hanno come obiettivo quello di rendere la produzione di birra più ecosostenibile.

Prima di tutto un breve ripasso: con il termine ‘ecosostenibilità’ ci si riferisce alla capacità dell’uomo di soddisfare tutte quelle che sono le esigenze del presente in relazione a ciascun aspetto della propria vita senza però rischiare di negare questa possibilità alle generazioni future. In pratica, significa utilizzare le risorse naturali in modo tale che non vengano esaurite e che gli ecosistemi non vengano danneggiati.

Questa pratica, inoltre, si concentra sulla promozione di un equilibrio tra attività economiche e protezione ambientale, cercando di sviluppare una società che viva in armonia con la natura: proprio in questo ambito entrano in gioco i birrifici e le loro attività.

La produzione di birra infatti può non essere un’attività ecosostenibile (soprattutto se si tratta di aziende di grandi dimensioni) e avere impatti ambientali significativi, come, per esempio, a causa dell’utilizzo di grandi quantità d’acqua e di massicce emissioni di CO2.

Molti birrifici, negli ultimi anni, data l’importanza di questo tema, si stanno però attivando per adottare pratiche più sostenibili a livello d’impatto ambientale: lo fanno utilizzando fonti di energia rinnovabili, riducendo la produzione dei rifiuti e optando per materiali di riciclo.

Un attenzione crescente che riguarda quindi ciascun aspetto delle produzione birraria: questo avviene anche in Italia, dove i birrifici nostrani, in collaborazione con aziende che non sono del settore, mettono in atto un numero crescente di progetti per accres cere la sostenibilità ambientale del proprio ciclo produttivo e sviluppare l’economia circolare. Questi gli ultimi due ad essere stati avviati.

La prima iniziativa arriva dalla collaborazione tra Biova Project, realtà torinese impegnata nel recupero degli alimenti invenduti e prossimi alla scadenza e Cellini, nota torrefazione genovese: insieme hanno dato vita a ‘Biova Cellini’, ovvero una birra artigianale al caffè ottenuta dal recupero di capsule danneggiate.

Biova Cellini

L’obiettivo di questo progetto è duplice: da un lato ridurre lo spreco di materie prime, dall’altro creare un prodotto di qualità. Durante il processo di produzione del caffè, infatti, molte capsule si ammaccano e, se non possono essere recuperate, sono destinate a diventare dei rifiuti: grazie a questa collaborazione invece oltre 10.000 capsule sono state trasformate in 2.500 litri di birra.

Franco Dipietro, amministratore delegato di Biova Project, ha spiegato: “Il progetto con Cellini è nato da una volontà comune, ovvero quella di contribuire alla lotta contro gli sprechi alimentari: da questa iniziativa è nata un’ottima birra al caffè che unisce il mondo della produzione brassicola artigianale a quello del caffè selezionato e tostato con cura”.

Il dirigente ha aggiunto: “Il progetto racconta anche una splendida storia di economia circolare, a dimostrazione che oggi finalmente si può e si deve investire davvero sulla sostenibilità aziendale puntando, allo stesso tempo, ad offrire un prodotto di alta qualità al consumatore”.

La seconda iniziativa è quella della startup italiana BrewTech che, recentemente, ha lanciato una linea di snack battezzata ‘Brew Bites – Morsi di Birra’: l’iniziativa si distingue per l’uso creativo delle trebbie, ovvero un sottoprodotto di scarto che si genera durante la realizzazione dei prodotti brassati e che, solitamente, viene riciclato nella forma di mangime per il bestiame.

Carlo Russo, fondatore di BrewTech, ha pensato di valorizzare diversamente le trebbie utilizzandole come base per la creazione di uno snack nutrizionalmente ricco e sostenibile: i sottoprodotti in questione infatti sono ricchi di proteine, fibre e hanno un basso indice glicemico, il che li rende un ingrediente perfetto per alimenti sani e nutrienti.

I biscotti, presentati alla ‘Fiera del Madonnino’ (conosciuta anche come ‘Fiera toscana dell’agricoltura’ che si svolge ogni anno in provincia di Grosseto), hanno riscosso un grande successo, permettendo a BrewTech di conquistare il premio come miglior startup nella categoria dell’innovazione agricola.

Queste merendine proteiche sono prodotte in collaborazione con un panificio e hanno lo scopo di essere inseriti nella rispettiva fascia di mercato (ovvero nella galassia dei prodotti che fungono da integratori alimentari) come un’alternativa sana e gustosa.

BrewTech, con questo progetto, vuole anche provare ad indirizzare i consumatori verso un modello di consumo più sostenibile, dimostrando che anche da ciò che normalmente viene considerato uno scarto può nascere un prodotto salutare e di qualità.

Carlo Russo ha spiegato: “Questo progetto si basa sullo sviluppo di cibi e ingredienti funzionali a partire dai sottoprodotti della filiera alimentare. Quelli che abbiamo presentato sono dei piccoli snack proteici, prodotti in un panificio: il nostro intento è di immetterli sul mercato entro la fine dell’anno”.

Entrambe le iniziative dimostrano che l’economia circolare non è solo un concetto teorico, ma può essere applicata con successo all’industria alimentare, portando benefici sia all’ambiente che al consumatore. Il settore della birra, grazie a progetti come questi e altri, sta dimostrando che è possibile innovare riducendo gli sprechi e creando prodotti di qualità.

 

Redazione ApeTime
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