Oltre un secolo di tradizione ed esperienza nella produzione di vino danno vita a prodotti d’eccellenza quando sono affiancati da ricerca e nuove tecnologie: l’esempio di Farina Wines.
La visita a Farina Wines, azienda vitivinicola con radici profonde nel cuore della Valpolicella, è un’esperienza interessante: aiuta a comprendere come l’eccellenza sia il risultato della perfetta combinazione tra tradizione e innovazione. La storia di questa cantina risale a oltre un secolo fa, quando la famiglia Farina iniziò il suo percorso come mezzadri, per poi diventare proprietari negli anni ’60. Oggi la quarta generazione, rappresentata dai cugini Elena e Claudio Farina, continua a portare avanti questo prezioso patrimonio, evolvendolo grazie a una visione moderna e investimenti in tecnologie all’avanguardia che assicurano prodotti di alta qualità in ogni bottiglia.
Tra storia e innovazione
Mostrando l’antica bottaia della cantina, situata in una storica dimora cinquecentesca a Pedemonte, Elena Farina racconta la storia dell’azienda, dove le botti più antiche sono ancora utilizzate per alcuni vini di nicchia. Tuttavia, è evidente che Farina ha saputo evolversi, come dimostra la nuova barricaia, costruita cinque anni fa, che utilizza tecnologie avanzate per garantire la massima qualità dei prodotti.
Il successo dell’azienda è frutto di un’attenzione costante alla ricerca e allo sviluppo. L’introduzione di fruttai moderni per l’appassimento delle uve, che sfruttano sia il clima naturale sia sistemi di climatizzazione automatizzati, rappresenta un esempio chiave di come Farina Wines unisca tradizione e modernità. Questo approccio innovativo, unito a una rete consolidata di vignaioli conferitori, permette di selezionare uve da diversi vigneti della Valpolicella Classica, garantendo una diversità e ricchezza che si riflette nel calice.
Vini d’eccellenza
L’offerta di Farina Wines include prodotti di altissimo livello, come quelli della “luxury box” Quintessential Valpolicella Classica, che racchiude alcune delle migliori etichette dell’azienda. Tra questi, l’Amarone della Valpolicella Docg Classico e il prestigioso Mezzadro alla Fontana Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva – 3mila bottiglie numerate per l’annata 2011, attualmente disponibile, in attesa dell’arrivo delle 4mila dell’annata 2015 – rappresentano veri e propri gioielli enologici per i palati più raffinati.
Tra l’altro, spiega Elena Farina, la disponibilità di una varietà di uve provenienti da diverse zone e altitudini della Valpolicella, tra i vigneti di proprietà e quelli dei conferitori, permette di mitigare i rischi climatici e di esaltare le caratteristiche specifiche di ogni terroir, garantendo vini complessi e armoniosi, perfettamente bilanciati.
Enoturismo e arte in cantina
Da qualche anno Farina Wines ha aperto le porte a un turismo enogastronomico sempre più in crescita, con un progetto di accoglienza sviluppato grazie a nuove costruzioni (la boutique per la vendita diretta) e al recupero di spazi storici come l’antico fienile, trasformato in area ristorazione con ampie vetrate, e la colombaia, ristrutturata per ospitare degustazioni ed eventi privati. Un impegno apprezzato immediatamente dal pubblico, oggi alla ricerca di esperienze uniche in un mondo sempre più omologato. Lo confermano i numeri: solo lo scorso anno, 9mila visitatori hanno partecipato ai tour con degustazioni (su prenotazione), che abbinano i vini a prodotti locali come formaggi e salumi, o hanno preso parte a eventi aziendali organizzati negli spazi dell’azienda.
Dove ha trovato spazio anche l’arte contemporanea grazie alla passione di Elena, che ha avviato una collaborazione con una galleria per esporre opere d’arte a rotazione. Nella corte di fronte al ristorante spicca un’imponente opera dell’artista tedesco Anselm Kiefer, un omaggio al poeta ebreo rumeno Paul Celan. E l’arte si fonde perfettamente con l’innovazione tecnologica visibile nella moderna barricaia, dove contenitori in ceramica e cemento affiancano le tradizionali botti in legno, dimostrando l’evoluzione continua della produzione vinicola.
Ricerca e sostenibilità
L’azienda è impegnata da anni in un percorso di ricerca scientifica, collaborando con l’Università di Verona per ottimizzare i processi di ossigenazione dei vini, ridurre l’uso di anidride solforosa e migliorare la qualità complessiva del prodotto. “Grazie all’utilizzo mirato di materiali con diversi gradi di permeabilità all’ossigeno – dalle botti in legno ai contenitori in ceramica e cemento, fino all’acciaio – è possibile controllare con precisione ogni fase del processo di affinamento“, spiega il professor Maurizio Ugliano dell’ateneo veronese. Il che consente di ottenere vini che soddisfino esattamente le aspettative di un mercato che, aggiunge l’enologo Andrea Zerman, “oggi chiede prodotti ‘bevibili’, non eccessivamente strutturati, anche nel caso di etichette di pregio come l’Amarone Riserva”.
Nonostante Farina Wines non sia certificata biologica, l’azienda si impegna costantemente per minimizzare l’impatto ambientale: un obiettivo imprescindibile per un’attività basata proprio sul rapporto con il territorio. Un’attenzione alla sostenibilità che passa dall’adozione di pratiche sostenibili nei vigneti e nei processi produttivi, unita all’installazione di impianti fotovoltaici che garantiscono la piena autosufficienza energetica.
Sguardo rivolto al futuro
Farina Wines non si ferma qui. Claudio Farina sottolinea l’importanza di continuare a innovare, portando avanti con costanza la collaborazione con l’università, per affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalle trasformazioni del mercato. Tra i progetti futuri, l’azienda sta esplorando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare ulteriormente i processi di analisi e produzione, puntando sempre a un prodotto di qualità superiore, capace di coniugare tradizione e innovazione in modo impeccabile.
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