HomeBirraGiro del mondo in birra: Gran Bretagna, terza parte

Giro del mondo in birra: Gran Bretagna, terza parte

Terza ed ultima parte del viaggio alla scoperta del panorama birrario britannico: vediamo le caratteristiche peculiari di alcuni stili iconici d’oltremanica.

Nelle due precedenti puntate dedicate allo sconfinato panorama birrario britannico, ci siamo soffermati a raccontare la storia della bevanda oltremanica, della cui produzione vi sono testimonianze archeologiche, rinvenute nell’odierna Scozia, risalenti a 5mila anni fa.

Abbiamo inoltre sottolineato come l’attuale ampissima varietà stilistica sia in gran parte nata nei decenni intercorsi fra la fine del XVII secolo e l’inizio di quello successivo: già nel 1642, infatti, nel Regno Unito si era andato diffondendo l’innovativo sistema dell’essiccazione dei cereali in forni a getto d’aria (anziché a fiamma diretta), la cui tecnologia consentiva di ottenere colorazioni (e conseguenti sfumature aromatiche alternative) più chiare, e quindi differenti, rispetto al passato.

Questo nuovo metodo produttivo, è stato il primo importante passo verso un considerevole aumento degli stili brassicoli, ma, ancor più determinante, sarebbe stata l’introduzione del luppolo: l’utilizzo di questo cereale oltremanica fu infatti bandito dall’uso nella produzione birraria fino al 1700 dato che, fino ad allora, non se ne conoscevano le proprietà organolettiche e gli effetti che avrebbe potuto avere sulla qualità della bevanda.

Un altro passaggio fondamentale, è stata la successiva scoperta del lievito di birra che ha portato alla nascita dell’alta fermentazione, e dunque ad un’ ulteriore diversificazione dell’offerta: di questa metodologia produttiva, senza dubbio, la scuola anglosassone è fra le principali interpreti a livello mondiale.

Questi passaggi, hanno portato alla creazione di un vero e proprio universo birrario, le cui birre, principalmente, presentano un gusto maltato ed un profilo speziato. Vediamo ora, nell’ultima parte del viaggio dedicata al Regno Unito, le caratteristiche peculiari di alcuni stili iconici d’oltremanica.

Pale Ale

Prodotte per tradizione con una grande percentuale di malti pale e acqua dolce, offrono a chi le degusta un amaro bilanciato e particolarmente morbido. Si distinguono per un carattere vagamente floreale e si presentano di un colore che va dal paglierino chiaro al dorato, con poca schiuma persistente. Il gusto, inoltre, risulta morbido e cremoso, con un vago sentore di luppolo. I sapori dei lieviti influenzano particolarmente il carattere della bevanda, mentre l’aroma offre sentori di malto, con note luppolate e floreali. La gradazione alcolica è compresa tra i 4 e i 6 gradi.

India Pale Ale

Create durante il periodo coloniale britannico per sopportare i  lunghi viaggi via mare, presentano principalmente alti livelli di luppolo e alcol. Le Ipa hanno lievi aromi floreali e speziati e, anche se possono avere un sapore amaro pronunciato, questo è ben bilanciato dal contenuto alcolico. Presentano un colore che va dal paglierino chiaro al dorato intenso, hanno una buona limpidezza e una schiuma sottile e persistente. Il gusto risulta principalmente speziato e amaro, con un finale secco, mentre l’aroma è particolarmente luppolato con note di malto e caramello. La gradazione alcolica è compresa tra i 5 e i 7,5 gradi.

India Pale Ale

Bitter

Sono le più classiche delle birre inglesi: leggermente luppolate, poco intense e dal finale particolarmente dolce con accenni fruttati. Si presentano di un colore che va dal dorato al ramato intenso e, generalmente, hanno una buona limpidezza e una schiuma leggera. Offrono particolari sapori di caramello, mentre l’aroma restituisce moderate note luppolate con non rari richiami al malto. Il grado alcolico è compreso tra i 3,2 e i 6 gradi e presentano alcune varianti, come la più corposa strong.

Mild

Birre caratterizzate da una bassa gradazione alcolica (fra i 2,8 e i 4 gradi) e da un gusto leggero con aromi luppolati: si presentano di un colore che va dal rame intenso al marrone scuro. Hanno una schiuma assai leggera e poco durevole, ma offrono un buon sapore maltato e di caramello con note di biscotto e sentori tostati.  Nelle versioni più alcoliche e corpose, prendono la denominazione di brown ale.

Porter

Anticamente erano le birre dei facchini, da cui presero il nome. Discendenti dalla miscelazione con le Brown Ale, fu solo nel 1722 che nacque il vero e proprio stile porter, caratterizzato dall’utilizzo di malti tostati che donano un sapore torrefatto di caffè. Si presentano con una colorazione tendente al marrone scuro o al nero, con una schiuma particolarmente densa color nocciola. Il gusto offre accenni tostati, con intensi richiami al malto e, inoltre, possono presentare leggeri sentori di liquirizia. L’aroma ha chiare note tostate, con un leggero carattere di cioccolato, malto e una percettibile affumicatura. La gradazione alcolica è compresa tra i 4 e i 7 gradi.

Stout

Molto simili alle Porter, motivo per il quale in passato venivano chiamate “Stout Porter”: queste però risultano più forti, corpose e scure delle Porter. Presentano una colorazione che va dal marrone molto scuro al nero inchiostro. Spesso vengono spillate con l’utilizzo dell’azoto per creare una schiuma densa, cremosa e scura. Il gusto risulta avere pungenti sentori tostati, mentre al palato offrono una sensazione liscia e cremosa, con un amaro quasi assente. L’aroma è un chiaro richiamo al caffè tostato: possono inoltre presentare sentori di cioccolato, che non lasciano molto spazio al luppolo. La gradazione alcolica è compresa tra i 4 e i 7 gradi.

birra

English Barleywine

Uno stile chiamato così per l’alta gradazione alcolica e il gusto complesso, spesso riconducibile al vino. Queste birre inglesi risultano particolarmente intense, con sapori strutturati di caramello e frutta; lievemente amare, con gli aromi del luppolo bilanciati dall’alto grado alcolico. Si presentano con una colorazione che va dal dorato intenso all’ambrato scuro. Al gusto propongono sapori dolci e note complesse di malto: offrono inoltre lievi note di luppolo, con un carattere fortemente maltato e caramellato. La gradazione alcolica è compresa tra gli 8 e i 12 gradi.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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