Nelle due scorse settimane, il tour ha fatto tappa in Russia: il Paese più grande del mondo. Mentre oggi voliamo nelle acque calde dei Caraibi, più precisamente nel piccolo arcipelago di Saint Kitts and Nevis.
Dalle fredde acque dei mari del nord Europa a quelle calde dei Caraibi: il tour infatti oggi approda nel piccolo arcipelago di Saint Kitts and Nevis costituito da due isole che fanno parte delle piccole Antille. Gli europei sbarcarono qui per la prima volta nel 1493 grazie ad una spedizione di Cristoforo Colombo, mentre, nel corso del ‘600, francesi ed inglesi fondarono proprio qui le loro prime colonie caraibiche.
Pensando a queste isole paradisiache, meta di turisti provenienti da tutto il mondo, le prime immagini che balzano alla mente sono quelle di spiagge dalla bianca sabbia finissima, bagnate da limpidissime acque calde, della multiforme e affascinante barriera corallina e della miriade di variopinti pesci che si possono vedere solo in questi luoghi incantati.
Ci si può immaginare all’ombra di una palma intenti a sorseggiare degli ottimi cocktails, anche dei più famosi, come il daiquiri o la caipiroska, preparati miscelando frutti esotici quali papaya e mango con uno dei celebri rum caraibici, distillati secondo le diverse tradizioni tramandate nelle varie isole, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Non solo: è possibile immaginarsi intenti ad ammirare il panorama gustando una buona birra locale. Queste isole, infatti, non ospitano solo delle famose distillerie, ma anche dei piccoli birrifici, ubicati in quasi tutti i Paesi dell’area: questi, oltre a produrre su licenza quelle di brand noti ovunque come Heineken e Guinness, propongono dei prodotti autoctoni.
Fra questi troviamo la Kitts breweries fondata nel 1960 e situata a Basseterre, la capitale di Saint Kitts and Nevis. Dal 1997 ha cambiato nome in Carib brewery essendo stata acquistata dall’omonimo gruppo birrario con sede principale a Trinidad & Tobago.
Lo stesso nome che porta anche il prodotto più celebre della casa: una lager di color giallo paglierino con una gradazione alcolica del 5,2%. La ricetta di questa birra prevede l’utilizzo del sidro di mele, motivo per il quale l’aroma è particolarmente dolce, molto simile a quello di un succo di frutta e ben si presta quindi alle calde giornate caraibiche.
L’altra referenza di questo birrificio, è la Caribè Rosè che deve il proprio nome al color rosa con cui si presenta dato dall’utilizzo di un’infusione di fragole. Con una gradazione alcolica del 4,5%, l’aroma mette in risalto note di luppoli, frutti esotici locali e, anche in questo caso, mela.
A Saint Kitts and Nevis però non troviamo solo il Carib brewery: anche qui infatti è arrivata la ‘craft beer revolution’ della quale abbiamo parlato in diverse occasioni. Merito del ‘Jolly roger brewing’, fondato nel 2018, che si avvale dell’esperienza del mastro birraio americano (di Denver, Colorado) Tom Nash.
Il birrificio artigianale, che in poco tempo ha avuto un importante impatto sul mercato brassicolo dell’arcipelago, propone otto diverse birre che si rifanno ad alcuni stili europei, come nel caso della Pirate pilsner che mette in risalto note di luppoli floreali e spezie.
Essendo state queste due isole una colonia inglese, inoltre, non poteva mancare nel portfolio della casa una birra legata alle plurisecolari tradizioni d’oltremanica: la Starboard, infatti, si presenta di color ramato e mette in risalto note di caramello e malto, proprio come le scure britanniche.
Due stili birrari differenti, riflesso delle diverse influenze culturali che sono arrivate a Saint Kitts and Nevis, come nelle altre isole dei Caraibi, insieme alle popolazioni europee che, dopo averle colonizzate, hanno vissuto in questi luoghi nel corso dei secoli.
Per questo motivo, ci si può immaginare a Pinneys Beach, una delle spiagge più conosciute dell’arcipelago nevisiano, a degustare birre che si rifanno alle tradizioni e agli stili americani ed europei, ma sono prodotte qui utilizzando anche materie prime locali.