Nuovo appuntamento con il viaggio alla scoperta delle birre prodotte in tutto il mondo e delle sue declinazioni stilistiche: nelle due precedenti puntante il tour era in Europa, prima in Svezia e poi in Svizzera. Oggi invece siamo in Tagikistan, Asia.
Lasciato il vecchio continente, l’esplorazione torna in Asia e approda in Tagikistan, Paese che, per quanto riguarda l’antica bevanda, presenta una storia molto diversa rispetto a quella dello Sri Lanka, l’ultimo Stato asiatico visitato in precedenza. Nel secondo infatti la birra, nella concezione moderna, è stata introdotta dagli inglesi che hanno colonizzato quest’isola a partire dal 1802 e fino all’indipendenza ottenuta nel 1948.
L’ex Repubblica socialista sovietica, invece, non è mai stata colonizzata dalle diverse popolazioni europee con un’importante cultura birraria come quella anglosassone: questo uno dei motivi per cui il settore è assai poco sviluppato e qui non si sono estesi gli interessi delle multinazionali birrarie.
A frenare ulteriormente lo sviluppo del mercato interno della birra c’è il fatto che il Tagikistan, a partire dal 1991, nominalmente è una Repubblica presidenziale, ma, di fatto, è una dittatura presidenziale che controlla capillarmente tutti gli aspetti della vita economica locale.
Nonostante questo, come riportato dal portale ‘Rate beer’, esistono almeno dieci piccoli birrifici artigianali frutto dell’intraprendenza di giovani imprenditori locali che sono riusciti a far nascere un piccolo mercato brassicolo in una delle nazioni più chiuse del pianeta.
In quello che, nel 2012, è stato ufficialmente riconosciuto come il Paese del mondo dove acquistare una pinta di birra costava di meno (0,42 euro circa), oggi la bevanda brassata più diffusa è la Sim Sim che viene prodotta dal birrificio Dushanbe con sede nell’omonima capitale tagika.
Per quanto riguarda questa referenza, si tratta di una lager con una gradazione alcolica del 4%. Si presenta con una sottile schiuma che evapora rapidamente e di color giallo scuro: per quanto riguarda l’aroma invece mette in risalto note erbacee e la dolcezza del malto.
Come visto quindi, nonostante le mille difficoltà date dalla situazione politica e dalle precarie condizioni economiche della popolazione in generale, anche qui esiste un piccolo mercato birrario: cosa vi è alla base di questa grande passione per la birra? La bevanda tradizionale a base di latte, ancora molto diffusa in questo territorio, che è, a tutti gli effetti, un’antenata dei moderni prodotti brassicoli.
Viene realizzata utilizzando uno dei prodotti della pastorizia (l’attività maggiormente praticata al di fuori dei centri urbani), ovvero il latte di giumenta: antica di millenni (circa 4500 anni), la bevanda viene menzionata ne ‘Il Milione’, il resoconto dei viaggi in Asia, effettuati fra il 1271 ed il 1295, del celebre viaggiatore e scrittore veneziano Marco Polo.
Si chiama kumis e, per via del sapore acidulo e della gradazione alcolica, è da tutti considerato una vera e propria birra di latte che, non pastorizzato, viene lasciato fermentare a lungo (alcuni giorni): per le proprietà del prodotto finale derivate da questo processo, viene consumata soprattutto prima dei pasti per favorire la digestione.
Tradizionalmente veniva preparato all’interno di contenitori di pelle di cavallo che erano posti in cima alle tradizionali yurte, le tende-abitazione dei nomadi che popolavano le steppe del Tagikistan: oggi invece, nella maggior parte dei casi, per produrlo si utilizzano botti di plastica o di legno.
Realizzato anche con latte di cammello, viene apprezzato per il suo sapore unico e i valori nutrizionali. Deve essere servito freddo o gelato in coppette o piccole ciotole senza manico dette piyala: si tratta inoltre di uno degli alcolici più antichi del mondo non ottenuti dalla fermentazione di vegetali.
Tecnicamente la fermentazione del kumis assomiglia a quella del vino in quanto si tratta di una lievitazione zuccherina dato che viene preparato lasciando fermentare per diversi giorni il latte di giumenta non pastorizzato: questo viene mescolato o sbattuto occasionalmente finché non inizia a creare delle bolle. In seguito, alla fine del processo, i lieviti e i lattobacilli trasformano il latte in un liquido leggermente acido e alcolico.
Una bevanda tradizionale tutt’oggi molto diffusa e apprezzata in tutto il Tagikistan che fa da sfondo alle piccole produzioni birrarie artigianali locali: kumis per il quale, secondo le fonti, si può parafrasare una delle frasi più diffuse in queste terre: ‘il buon cibo è il balsamo dell’anima’.