Il covid mette in crisi anche i colossi della birra: Heineken licenzia 8 mila dipendenti.
Si tratta del piano “EverGreen” che Heineken pensa di attuare nel prossimo triennio per ripristinare le perdite (17% dei profitti).
La pandemia che da più di un anno ha colpito il mondo, ha messo il settore birra in crisi a tutti i livelli, colpendo non solo realtà piccole come i microbirrifici (solo in Italia se ne contano circa 900), ma anche un colosso come Heineken, secondo produttore al mondo, che ha accusato il colpo.
Come nel caso delle piccole realtà produttive anche per la multinazionale olandese hanno pesato enormemente sul fatturato le chiusure forzate di pub e ristoranti in tutto il mondo alle quali si sono aggiunte le altre misure stabilite dai vari governi per contenere il diffondersi del virus. Il gruppo ha infatti dichiarato di aver avuto nel 2020 perdite pari al 17% dei profitti rispetto all’anno precedente.
Una contrazione dei ricavi di tale portata che il colosso olandese è stato costretto a progettare un piano riorganizzativo, chiamato EverGreen, con il quale nel prossimo triennio Heineken conta di risparmiare indicativamente due miliardi ripristinando in tal modo i margini operativi raggiunti prima della pandemia, ma soprattutto di licenziare 8 mila dipendenti di cui 2 mila in Italia.

Nel nostro paese il gruppo olandese è il primo produttore di birra con un volume che si aggira intorno ai 5,5 milioni di ettolitri e, lungo tutta la filiera produttiva, fra addetti diretti ed indiretti, e i canali di distribuzione e di vendita, dà lavoro a oltre 140 mila persone (fonte: sito Heineken Italia). Nei propri quattro stabilimenti presenti sul territorio (a Comun Nuovo, Assemini, Pollein e Massafra) produce, fra le altre, le birre Moretti, Ichnusa e Messina.
In Italia non è stato ancora ufficializzato in quali ambiti della produzione, dell’ amministrazione e dei canali di vendita verranno effettuati i tagli anche per il fatto che, come deliberato da altri Stati, causa pandemia, almeno fino al 31 marzo, non sarà possibile per le aziende mettere in atto i licenziamenti previsti.
Il piano EverGreen, che si propone di raggiungere una produzione più attenta alla sostenibilità lungo tutta la filiera, non prevede la dismissione dei marchi presenti nel portfolio, anche se non è difficile ipotizzare una riduzione in termini di ettolitri di birra prodotti annualmente e di conseguenza una diminuzione delle vendite in tutto il mondo.
Questo quanto si può intuire dalle parole dell’amministratore delegato di Heineken Dolf van den Brink che ha così fotografato la situazione: “Il 2020 è stato un anno caratterizzato da interruzioni e transizioni senza precedenti. Ci aspettiamo che l’impatto della pandemia si faccia sentire per tutta la prima metà del nuovo anno con una graduale ripresa del mercato nel secondo semestre. Basti pensare infatti che a fine gennaio in tutta Europa era attivo meno del 30% dei nostri punti vendita”.




