I giudici dicono per la seconda volta no al coprifuoco a Barcellona. E stabiliscono che per applicare la restrizione debba essere rilevata un’incidenza di contagi di Covid superiore ai 125 casi ogni 100 mila abitanti in comuni con almeno 20 mila abitanti per sette giorni. Prendiamo spunto!
Evviva, non tutti perseverano nel reiterare strade già viste e inutili.
Una bella notizia viene dai cugini catalani. Oltre i Pirenei qualcuno cambia rotta. Per essere precisi, tutto parte da Barcellona.
Il Tribunale della Catalogna ha negato al governo della Comunidad Autonoma l’autorizzazione ad applicare il coprifuoco per motivi sanitari nel capoluogo e in altre città e paesi del suo territorio di competenza.
Il coprifuoco non deve essere un provvedimento preventivo e costante.
Anzi. Non se ne può abusare perché rappresenta una pesante limitazione della libertà individuale. Questo il pensiero dei giudici catalani, stanchi di vivere in una dittatura sanitaria dove i contagiati hanno lo stesso valore dei malati gravi.
A Barcellona era rimasto in vigore dall’una di notte alle 6 del mattino per oltre un mese fino alla settimana scorsa, a causa dell’alto indice di contagi di Covid.
Daje. Qualcosa forse si muove.
Seguiamo l’esempio.
Settimana scorsa dal capoluogo catalano era arrivato già un primo no della giustizia all’estensione della restrizione della libertà di circolazione notturna per mancanza di argomenti che la giustificassero a sufficienza.




