Iacobus: la birra solidale prodotta in collaborazione da un gruppo di frati francescani e ragazzi con disabilità per finanziare il restauro di opere d’arte.
Come tutti gli appassionati di birra sanno, nel mondo esistono tantissimi prodotti d’abbazia e trappisti (i secondi esclusivi degli 11 monasteri, che la producono, afferenti all’ordine cistercense) realizzati da secoli soprattutto nei conventi belgi e tedeschi, ma anche in quelli inglesi, olandesi e austriaci.
Da qualche mese a questa parte, ne esiste anche una tutta italiana, nata con un duplice nobile obiettivo: aiutare ragazzi e ragazze diversamente abili ad inserirsi nel mondo del lavoro e, con i ricavi delle vendite, restaurare opere d’arte locali. Si tratta della birra Iacobus, prodotta nel santuario Beato Giacomo Illirico da Bitetto situato nel piccolo centro in provincia di Bari.
L’iniziativa nasce nel 2020 durante i mesi del primo lockdown provocato dalla pandemia grazie ad un’idea del frate Vincenzo Dituri: promuovere l’integrazione di uomini e donne portatori di disabilità e, allo stesso tempo, contribuire al restauro e alla conservazione delle opere d’arte del territorio.
Il progetto, entrato nella fase operativa quest’anno, vede coinvolti ragazzi e ragazze dell’associazione ‘Adelfia in cammino’, un gruppo interparrocchiale che si occupa di creare un ambiente pieno di vita per persone con disabilità: nato circa quattro anni fa, ha trovato nel lavoro di Padre Vincenzo l’opportunità di regalare alle persone che segue un’esperienza unica, ovvero produrre birra. “I frati sono particolarmente giovani, li vedono come degli amici e si sentono importanti” ha spiegato Cinzia Corsano, presidente dell’associazione.

Dalla collaborazione, è nato ‘Boccale solidale’, il microbirrificio di Bitetto che produce la Iacobus: tutte le attrezzature necessarie per la produzione dell’antica bevanda sono state installate nelle antiche cucine del convento dove il Beato Giacomo cucinava per i più poveri e gli altri frati.
I primi beni storico-artistici dei quali è stato finanziato il restauro, sono quelli dei conventi di Puglia e Molise, esclusi dai piani di finanziamento nazionali: questa doppia importante missione sociale e culturale della Iacobus riflette la vita stessa di Giacomo Varingez.
Quando egli infatti arrivò a Bari dalla sua città natale (Zara, Croazia), il Beato Giacomo alternava alla mansione di cuoco in convento quella della “limosina” (opere di carità) a sostegno dei numerosi poveri che incontrava a Bitetto e nei paesi limitrofi, soprattutto dopo l’epidemia di peste del 1483.
Sotto l’esperta guida del mastro birraio Arcangelo Fazio, i tre frati che si occupano della produzione e i ragazzi dell’associazione Adelfia (venti circa, affetti da diverse patologie che sono impiegati nelle operazioni di confezionamento ed etichettamento) hanno seguito dei corsi per imparare tutti i segreti della fermentazione dei cereali e degli altri passaggi indispensabili per produrre la bevanda (il luppolo utilizzato viene coltivato nel grande orto all’interno del convento).
In una lunga intervista rilasciata a diverse testate giornalistiche, padre Vincenzo Dituri, ideatore del progetto, ha spiegato: “Tutto è nato come un gioco, ma ora lo portiamo avanti spinti dalla solidarietà, dalla volontà di favorire l’integrazione degli uomini e delle donne che vi prendono parte e da quella di tutelare il patrimonio culturale del nostro territorio”.
Ad oggi, nel convento vengono realizzati sei stili brassicoli: lager, pilsner, India pale ale, American pale ale, stout e weiss. La vendita, con ogni probabilità solo per momento dato il continuo aumento della richiesta come spiegano dal convento, avviene esclusivamente nel piccolo negozio presente all’interno della struttura.
Come sottolinea anche la presidente di ‘Adelfia in cammino’, Cinzia Corsano, infatti: “Al di là della produzione, quello che maggiormente ci colpisce è l’interesse ed il grande sostegno che riceviamo da parte della comunità”: un progetto che sembra davvero destinato a crescere sempre di più aiutando uomini e donne con disabilità e, al tempo stesso, salvaguardando il patrimonio storico-culturale del territorio.





