Compie 10 anni il “vino giusto” di Gorgona, targato Frescobaldi . Un’azienda in armonia con la natura dove “l’uomo ritrova, nel contatto con la terra, dignità e speranza per il futuro”.
Sulla bella isola dell’arcipelago Toscano è ancora attiva l’ultima colonia penale insulare d’Europa, presente da 150 anni. L’isola è quasi del tutto off-limits per normali turisti e visitatori, è però dal 2012 sede di un vero e proprio laboratorio di rieducazione e di reintroduzione al mondo del lavoro e non solo, oltre la reclusione. E così quest’isola che di fatto non è molto adatta per il turismo balneare per la scarsità di spiagge e punti di accesso al mare, è diventata un laboratorio.
Non è di un grande appezzamento, che stiamo parlando, anzi sono solo 3,5 gli ettari di vigna coltivata biologica e strappata alla roccia vulcanica dell’isola; il primo impianto risale al 99 ma poi è stato ampliato a più riprese fino al 2018, è in parte terrazzata, produce uve di Vermentino Bianco e Nero, Sangiovese e Ansonica.
I detenuti possono fare richiesta di lavorare nella vigna e imparare un mestiere; e le richieste sono sempre molto alte, anche se i posti sono pochi; chi non riesce a partecipare alle attività della vigna viene comunque impiegato in attività di manutenzione dell’isola, che viene regolarmente visitata da gruppi organizzati autorizzati, che prevedono sempre anche l’accompagnamento da parte di un detenuto che spiega come è organizzato il lavoro sull’isola.
Ma tornando al discorso più strettamente legato della vigna, l’azienda Frescobaldi segue tutta la parte enologica, organizza il lavoro e retribuisce i carcerati impiegati, aiutandoli così a trovare nuove vie legali per vivere, una volta terminata la pena che, per chi arriva a Gorgona, di solito è in via di esaurimento.
Illuminante sulla filosofia del progetto e sul suo sviluppo nel tempo quello che era scritto nell’etichetta 2021 “Chi arriva qui avverte il medesimo senso di unione e vive le stesse emozioni forti dell’isola. A Gorgona, in armonia con la natura, l’uomo ritrova, nel contatto con la terra, dignità e speranza per il futuro. Uomini con storie e percorsi diversi parlano finalmente la stessa lingua, uniscono forze e competenze per un obiettivo più alto, un progetto sociale giusto che sa di buono”.