Dopo gli anni del Covid che furono di crescita, il mondo vinicolo sembra caduto in una crisi lunga e duratura, e allora si studia quali possano essere le vie d’uscita da questa situazione.
In Francia la posizione è stata quella di favorire e incentivare in certi casi l’estirpazione dei vigneti, qui da noi si sta ragionando su opportunità diverse.
Si è espressa in particolar modo nei giorni scorsi l’Unione Italiana Vini, che ha fornito al governo la propria posizione, in modo tale che il governo possa poi a sua volta esporre in ambito europeo la posizione del settore italiano. L’idea dell’UIV è quella di cercare di recuperare fette di mercato abbassando la gradazione alcolica dei vini che oggi è fissata a 8,5%; è chiaro che si tratta di una rivoluzione non di poco conto perché andranno modificate tutte le pratiche enologiche, ma certamente si tratta di una misura che può aprire nuove frontiere andando incontro soprattutto alle nuove generazioni che sono più inclini a bere bevande meno alcoliche.
L’associazione che conta ben 800 iscritti ha anche sollecitato il governo a chiedere l’espansione della misura Ocm promozione adottata dall’Europa per il finanziamento delle campagne pubblicitarie sui mercati internazionali: secondo UIV bisogna fare in modo che i fondi inutilizzati nell’anno precedente possano essere impiegati nell’anno successivo e che siano spendibili anche per il mercato interno e non solo per l’estero.
Lamberto Frescobaldi , presidente UIV ha dichiarato “Siamo convinti che una revisione del sistema sia quanto mai necessaria. Allo stesso modo riteniamo che privarsi delle vigne, fondamentali non solo per le imprese, ma anche per intere comunità rurali sia una scelta poco lungimirante e troppo condizionata da un momento certamente complicato”.




