Si dice Negroni e si pensa all’aperitivo italiano per eccellenza. Impara la storia in questo video (clicca)
Un classico intramontabile, tra i drink più facili da preparare. Basta mescolare in un bicchiere colmo di ghiaccio una dose di gin, una di Campari e una di vermouth e decorare con una fetta d’arancia.
“A inventarlo non fu un barman, bensì un cliente fedele della Drogheria e Profumeria Casoni di via Tornabuoni: Camillo Negroni, conte fiorentino cosmopolita che aveva abitato a Londra, nel Wyoming e a New York”, racconta Luca Picchi, capo barman del Caffè Gilli di Firenze, autore di Negroni cocktail una leggenda italiana (Giunti editore) e massimo esperto al mondo di questo drink. Che si chiama quindi come il suo ideatore.
“Un giorno, probabilmente nel 1918, il conte Negroni chiese al barista Fosco Scarselli di irrobustire il suo Americano (Campari, vermouth rosso e seltz, ndr.), sostituendo il seltz con il gin. Da allora, ordinò sempre “il solito” e, nel giro di poco, l’Americano alla Negroni divenne popolare in tutta la città”, specifica Picchi.
LE NOTIZIE CURIOSE
La fama del Negroni si diffonde dopo la fine del secondo conflitto mondiale. E supera velocemente i confini nazionali. Già negli anni ’50 negli Stati Uniti è uno dei drink di riferimento dei “transition bar”, quei bar di passaggio -spesso nelle stazioni ferroviarie- luogo d’incontro per vedove e latin lover.
E persino James Bond apprezza il Negroni. Nel racconto Risiko, parte della raccolta For your eyes only (edita nel 1960), 007 in attesa di incontrare un agente della CIA al bar dell’Hotel Excelsior di Roma ordina infatti un Negroni con gin Gordon’s.