Il nutri-score continua a far discutere: proposta una nuova categoria dalla valutazione “negativa” per prodotti contenenti alcool, come il vino.
Si aggrava ulteriormente lo scontro sul nutri-score il sistema di valutazione ed etichettatura che propone di bollare con delle lettere e dei colori i cibi a seconda della loro idoneità ad un’alimentazione salutare.
Il gruppo di lavoro del professore Serge Hercberg (uno degli ideatori del sistema), per i prodotti contenenti alcool come il vino, propone ora l’introduzione di una ulteriore categoria di valutazione contraddistinta da colore nero e lettera F; in pratica un fondo scala della valutazione negativa.
Quello che viene duramente contestato da chi si oppone a questo sistema di giudizio degli alimenti, è che l’algoritmo utilizzato per la creazione di questa classificazione non tiene minimamente conto delle quantità di prodotto che vengono consumate normalmente.
Non distingue in pratica tra uso e abuso, e questo crea problemi non solo con il vino ma un po’ in tutte le categorie, non a caso vi sono forti polemiche non solo fra i viticoltori italiani, ma anche tra i produttori di formaggio francesi e quelli di olio spagnoli.
Il motivo è sempre lo stesso: il bollino colorato sconsiglia e diffama prodotti (che fanno anche tanta economia) senza tener conto delle quantità che normalmente vengono assunte, che non li rendono poi così pericolosi.
Data importante sarà il 14 febbraio quando l‘Unione Europea voterà sulla risoluzione della commissione sul Beating cancer Plan, e lì si spera si possa far passare la distinzione tra uso e abuso.
Tante le prese di posizione sul tema sia di politici italiani che di responsabili di associazioni di produttori e agricole, hanno espresso preoccupazione Confagricoltura e Coldiretti, mentre a livello politico il sottosegretario alle politiche agricole Centinaio ha chiamato in causa anche Macron, il quale dovrebbe a suo avviso prendere posizione rispetto a questo sistema di classificazione nato proprio in Francia, ma così ingiustamente avverso anche a quella che è la cultura del vino francese, cui proprio Macron tiene molto.
Insomma la partita è aperta e l’argomento fa molto discutere, a brevissimo si saprà se bere un buon bicchiere di vino dovrà farci sentire in colpa o potrà rimanere un piacere come lo è da centinaia di anni.