Ok. Riparliamone, della mancanza di personale nel mondo dell’ospitalità italiana. Ma, questa volta, la parola va ai dipendenti.
Già, perché ad ascoltare i titolari di locali e hotel, se vogliamo essere onesti, non emerge mai il vero grande enorme problema del settore.
Che è tutto legato ai compensi: dalle retribuzioni alle modalità di pagamento del personale.
Uno, non si guadagna abbastanza.
Due, metà dello stipendio è in nero.
Così, c’è chi si è sentito proporre uno stipendio di 1.600 euro per fare il bar manager in un bar celeberrimo di Venezia.
C’è chi lavora in hotel a 5 stelle lusso e non arriva a 2.500 euro netti.
E ci sono poi tanti professionisti bar manager della notte, che guadagnano 2000 euro al mese, di cui mille però sono in nero.
Un sistema viziato che per anni è stato sopportato e accettato perché alla fine ci si guadagnava tutti.
Eccoci al punto: il lockdown e il lungo coprifuoco dovuti alla pandemia di Covid non solo hanno permesso di assaporare un altro stile di vita quotidiano.
No. Hanno fatto molto di più: hanno messo in luce i limiti di un sistema di retribuzione che non protegge il lavoratore. E se la pensione è qualcosa di lontano che a 30, 40 o 50 anni si può anche -a volte- sottovalutare, il problema non si può più rimandare quando a fine mese lo Stato ti riconosce 600 euro e con quelli devi vivere.
Badate che sto parlando di manager.
Non di personale di sala o di bartender alle prime armi.




