HomeCuriositàCocktail, food e pubblicità: tutti i trucchi che non sai. Video

Cocktail, food e pubblicità: tutti i trucchi che non sai. Video

Pubblicità, food and drink: quanti trucchi ci sono alle spalle! Dalla cera al purè di patate… guarda questo video, rimarrai sbalordito! 

Premessa. La pubblicità ha un solo chiaro scopo: innescare il desiderio di acquisto nel consumatore.
Il giornalismo dovrebbe averne un altro: informare.
In mezzo, oggi, però c’è il Far West: il mondo dei social media. Dove tutti fanno tutto, bene o male, mischiando informazioni e pubblicità, disinformazione e propaganda, articoli e reel, post e marchette. Foto vere e foto false. Filtri e trucchi. Ed è un grande caos.
pubblicità
Non c’è niente di sorprendente: online, e in particolare sui social, food e mixology rispondono alle stesse logiche del mondo della moda e dello spettacolo. Essere sui social significa alimentare il sogno, il mito, la visibilità. Ma se ci sei, devi essere più bello che puoi. E nessuno per ora ti obbliga a dire che usi qualche trucco. Così, per forza, il confine tra pubblicità e informazione diventa labile e confuso.
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Risultato? C’è il rischio, tra gli altri, di condividere e dare spazio -per esempio- a ricette molto sceniche, spinti dall’attrazione visiva, ma totalmente squilibrate.
Morale, occorre prestare più importanza alla sostanza e non lasciarsi sedurre dall’effetto wow troppo spinto. Già, perché dietro a piatti e drink appetitosi a volte c’è … la plastica!

Guarda il video, è davvero sorprendente vedere quanti trucchi si usino nelle pubblicità di food & cocktail, così come nei Reel apparentemente non commerciali (clicca; fatto su materiale di 5 Minuti Creativi)!

pubblicità food Fa impressione vedere che in pubblicità si usano, giusto per citare solo alcuni casi, lucida scarpe e eyeliner per rendere più accattivante la bistecca e la gelatina invece del liquore nei drink per creare una texture e un colore perfetto.

aperitivo

Aperitivo, 3 curiosità che forse non ricordi. Dal significato alla china. Dalle origini del termine aperitivo alla nascita della china, fino alla prima registrazione del vermut.

Ecco qui tre curiosità sul mondo aperitivo che forse non ricordi.

Etimologia 
La parola aperitivo deriva dal latino aperire, aprire.
Gli alcolici ideali per l’aperitivo (vino, birra, bitter, vermouth, china e assenzio, tra i principali) stimolano infatti l’appetito.
aperitivoLa china
La ricetta nasce in Francia intorno al 1840 in seguito a un concorso indetto dal governo, interessato a investire in un prodotto a base di vino e chinino, un estratto di radice di China peruviana che veniva usata come medicinale. Lo scopo? Proteggere i soldati francesi impegnati in Algeria da febbre e malaria.
aperitivo chinaVermut da medicinale a spirito da degustare
La parola vermut fu registrata in Italia alla fine del 1700 dal torinese Antonio Benedetto Carpano. Che fu il primo a creare un vermut da degustazione e non per scopo medico. Per conquistare il palato dei nobili utilizzò un vino Moscato di alta qualità. Risultato? Lo vendette senza difficoltà ai membri di aristocrazia e alta borghesia.
Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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