HomeIntervisteRilevare un locale in tempi Covid: la testimonianza del Rifugio di Pratorotondo

Rilevare un locale in tempi Covid: la testimonianza del Rifugio di Pratorotondo

 

Rilevare la gestione di un locale in tempi di Covid è sempre un qualcosa che fa notizia, se poi il locale è situato in un luogo meraviglioso ma difficile, ci vuole coraggio ed è una buona notizia che qualcuno lo abbia. 

Francesco Manenti con la sua compagna Gloria hanno rilevato con i primi di maggio il Rifugio di Pratorotondo, Parco regionale monte Beigua, Liguria tra Genova e Savona.

“Questo è un luogo storico – spiega Francesco – nasce nel 1947 sostanzialmente come una malga, ci tenevano le bestie che pascolano nei prati qui davanti”. E i prati qui davanti oggi sono un paradiso per gli escursionisti, km di sentiero molto agevole, data la scarsissima pendenza, parte dell’Alta via dei Monti liguri, sempre a picco sul mare con ampissimo panorama a 360°.

“Io sono originario di Bergamo – prosegue Francesco – ho sempre lavorato in montagna tra rifugi e malghe e ora ho deciso di fare questa scelta di vita. Mi supporta totalmente la mia compagna Gloria che lavora nel sociale e infatti la prospettiva è quella di arrivare a proporre anche attività sociali in Rifugio”.

Rifugio di Pratorotondo interno

Oggi, in piena estate questo è un posto magnifico per un pranzo all’aperto all’aria fresca dei 1100 m con vista mare, o per un aperitivo, ma la prospettiva di Francesco è quella di rimanere aperti tutto l’anno.

“La nostra idea è quella di presidiare il luogo sempre, di viverci; le gestioni precedenti non l’avevano mai fatto, ma per dare continuità a una gestione è indispensabile. Certo le difficoltà sono tante, in inverno lo sgombero della neve sulla strada è la prima difficoltà, ma abbiamo visto che il passaggio c’è, la gente ci viene volentieri qui su. Il bilancio di questi primi mesi di gestione è positivo, durante la settimana abbiamo tempo per goderci la nostra scelta di vita e il fine settimana si lavora duramente. In questi pochi mesi abbiamo visto in crescita il turismo ciclistico soprattutto quelle e-bike, diversi camminatori dell’Alta via, e una certa quota anche di turisti del mare in cerca di una giornata di refrigerio, poi arriveranno i fungaioli, e in mezzo a tutto questo lavoriamo continuamente per rinnovare e dare la nostra impronta ai locali, non ci annoieremo”.

Insomma l’entusiasmo per una scelta di vita difficile c’è, le potenzialità pure, non resta che lavorare; sarà un lavoro duro, ma la possibilità di far rinascere un luogo autentico c’è tutta… in bocca al lupo ragazzi!

Redazione ApeTime
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