Il Rusty Nail è un cocktail che omaggia la Scozia, confermato anche nel 2020 nella codifica IBA nella categoria The Unforgettables. Un drink semplicissimo, preparato con appena due ingredienti, ghiaccio a parte: Blended Scotch Whisky e Drambuie.
LA STORIA
La popolarità del Rusty Nail a livello mondiale esplose negli Anni ’60. Ma le sue origini sono nebulose, tanto che per ora è ignoto chi lo abbia ideato. Detto questo, alcuni storici ritengono plausibile che sia nato nel 1937 per mano di un bartender newyorkese, ideatore anche del B.I.F. (British Industry Fair), che avrebbe creato un cocktail con tre parti di scotch whisky, una di Drambuie e infine una goccia di angostura. Insomma, una sorta di Spritz. Ovviamente, inteso come stile di bevuta e non come cocktail in senso stretto. E infatti di varianti ce ne sono migliaia. Dom Costa nel suo Drinkzionario ricorda che è stat Gina MacKinnon, presidente della Drambuie Liqueur Company, a dare nel 1963 l’approvazione ufficiale al Rusty Nail in un’intervista apparsa sul New York Times.
IL NOME
Il nome pare derivi dal colore che ricorda un chiodo arrugginito.
LA RICETTA IBA
Famiglia: After Dinner
Tecnica: Build
Ingredienti: 4,5 cl Blended Scotch Whisky
2,5 cl Drambuie
ghiaccio Preparazione:
Costruire il drink direttamente nel bicchiere Old Fashioned precedentemente raffreddato. Inserire il ghiaccio, versare il whisky e il Drambuie, mescolare e completare con un twist di limone.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.