La Valpolicella e il mondo dell’Amarone piangono Franco Allegrini: è infatti scomparso a soli 65 anni, dopo breve malattia, il grande professionista che ha fatto prendere il largo a questa regione vitivinicola, e in particolare all’Amarone.
Allegrini assieme alla nipote Silvia e alla sorella Marilisa (nominata cavaliere del lavoro dal presidente della repubblica Sergio Mattarella nel 2020 e detta <lady Amarone>) guidava da vent’anni l’azienda di famiglia, presa definitivamente in mano dopo la prematura scomparsa, nel 2003, del padre Giovanni. Un’azienda, quella di Fumane, fondata ben 170 anni fa, a testimonianza di quanto la famiglia sia stata sempre legata al territorio e al mondo del vino.
Tante le sperimentazioni e innovazioni portate avanti da Allegrini e i successi ottenuti; il mix di intuizione e sperimentazione, col supporto scientifico fornito principalmente dal professor Roberto Ferrarini, ha creato il percorso ottimale per il lancio di Amarone e Recioto che sono così diventati i vini famosi che apprezziamo oggi.
Importante in particolare la sua decisione di imporre la coltivazione dell’uva corvina, divenuta poi importantissima per la Valpolicella, ma anche tante altre innovazioni come quella di abbandonare la forma di coltivazione a pergola per piantare a guyot, anticipando i tempi, o più recentemente l’essere fautore della realizzazione del Centro di appassimento Terre di Fumane.

Allegrini è ricordato da tutti come un uomo gioviale, arguto e curioso, sempre disposto a collaborare e a condividere esperienza anche con i colleghi.
«Con Franco Allegrini se ne va un pezzo rilevante della storia enoica del Veneto, uno dei padri, dei grandi riferimenti dell’Amarone. La sua passione, la straordinaria competenza, la capacità intuitiva ne hanno fatto una figura irripetibile, protagonista di uno dei più straordinari successi della produzione vitivinicola veneta, divenuto un biglietto da visita mondiale per la nostra qualità», ha commentato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.




