Bar, fase 2.
Posizioni diverse, ma un pensiero comune
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La Milano da bere non è morta. Fase2, video
Perché c’è chi ha aperto tra mille ansie, chi indeciso per ora osserva lo scenario e chi ha già deciso che fino a settembre non alzerà le serrande. Ma su un tema sono tutti d’accordo: “Le regole da seguire? Troppe. E a volte sconfinano nell’assurdo. Siamo sceriffi senza potere, a nostra volta controllati dalle forze dell’ordine”, osserva Francesco Bonazzi del Mag Café di Milano.
LE VOCI
Da Roma, Fabrizio Ghilardi del Wisdomless Club non usa mezzi termini: “Dati alla mano, il covid-19 non è una malattia pericolosa, se non per una percentuale minima della popolazione”. E aggiunge: “Sia chiaro: credo che ogni vita sia importante, ma che poi occorra fare i conti con i numeri. Per preservare le persone a rischio oggi ci chiedono di comportarci come se il coronavirus fosse un pericolo per la collettività. Ma non lo è. Non stupisce che nessuno al Viminale voglia però rischiare di percorrere strade alternative come avviene in altri paesi, senza arrivare al caso estremo della Svezia, perché i politici temono di diventare impopolari. E di assumersi la responsabilità di un eventuale aumento dei contagi. Risultato? Nessuno fa nulla di concreto. Non ci sono strategie per permetterci una convivenza serena con il virus. La sola soluzione sembrerebbe essere quella di privarci della libertà attraverso la politica della paura e del controllo”. Dalla capitale a Milano, il titolare della Pesa Pubblica Davide Vitale osserva: “Se non cambia l’approccio verso la malattia non ne usciamo più. Accettiamo situazioni assurde, come se fossero normali. E passano drammaticamente inosservate. Una su tutte: Fontana chiede ai lombardi di camminare con la mascherina persino da soli, quando non ci sono dati scientifici di focolai nati in strada. Mentre è certo che in Lombardia la maggior parte dei casi si sono sviluppati negli ospedali e nelle RSA. Ma la gente, per paura delle multe e per terrore del virus, ubbidisce. Senza valutarne il senso. E lo stesso, per me, vale per il distanziamento sociale, una sciocchezza”.