La Birra Stelvio di Bormio è tornata. Merito dei fratelli Demonti, fondatori del Birrificio Reit. Ma andiamo con ordine…
Birra Stelvio è stata una delle prime birre artigianali italiane. Nata a inizio 2000 sotto l’egida di Braulio, viene prodotta fino al 2017 quando il produttore del celebre amaro valtellinese, acquisito da Campari tre anni prima, sospende la produzione, cede gli stabilimenti ma mantiene la proprietà del marchio.
Nel 2019, la svolta: i fratelli Demonti, valtellinesi, chiedono a Braulio la licenza del marchio. E la ottengono, a patto che la produzione resti a Bormio. Una richiesta in linea con le ambizioni dei due giovani imprenditori. “L’idea era di portare in tavola, o meglio nel bicchiere, un prodotto artigianale di alta qualità fatto con il grano locale e con le acque di sorgente del Parco Nazionale dello Stelvio”, spiega Claudio Demonti.
Nel 2022, dopo 3 anni di preparazione, nasce il Birrificio Reit a pochi passi dal vecchio stabilimento. Due le referenze oggi in produzione: Birra Stelvio, una lager a bassa fermentazione dal colore paglierino chiaro e dalla gradazione di 4,6 gradi e la Buchweizen, una tradizionale birra di frumento saraceno dal tenore di 5,3 gradi alcolici. “La produzione oggi si aggira intorno ai quattrocento ettolitri, ma l’aspirazione è di arrivare a cinquecento”, continua Claudio Demonti.
La distribuzione al momento è affidata a grossisti e distributori locali. “Il nostro primo obiettivo è quello di inserirci in tutti i ristoranti, pub e baite di Bormio. Poi, certo, potremmo pensare di allargare gli orizzonti”, aggiunge Demonti.
Nel frattempo, Birra Stelvio è arrivata temporaneamente a Milano, giovedì 23 novembre, allo Sciatt A’ Porter, ristorante di cucina valtellinese in viale Monte Grappa 18, dove si è tenuto l’originale incontro con la stampa pensato per far conoscere Bormio, un territorio che non smette mai di rinnovarsi e che si proietta ora verso le Olimpiadi invernali del 2026.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.