Quali sono le strategie da adottare per rendere la produzione della birra più ecosostenibile?
Prima di tutto un breve ripasso: con il termine ‘ecosostenibilità’ ci si riferisce alla capacità dell’uomo di soddisfare tutte quelle che sono le esigenze del presente in relazione a ciascun aspetto della propria vita senza però rischiare di negare questa possibilità alle generazioni future. In pratica, significa utilizzare le risorse naturali in modo tale che non vengano esaurite e che gli ecosistemi non vengano danneggiati.
Questa pratica, inoltre, si concentra sulla promozione di un equilibrio tra attività economiche e protezione ambientale, cercando di sviluppare una società che viva in armonia con la natura: proprio in questo ambito entrano in gioco i birrifici e le loro attività.
La produzione di birra infatti può non essere un’attività ecosostenibile (soprattutto se si tratta di aziende di grandi dimensioni) e avere impatti ambientali significativi, come, per esempio, a causa dell’utilizzo di grandi quantità d’acqua e di massicce emissioni di CO2.
Molti birrifici, negli ultimi anni, data l’importanza di questo tema, si stanno però attivando per adottare pratiche più sostenibili a livello d’impatto ambientale: lo fanno utilizzando fonti di energia rinnovabili, riducendo la produzione dei rifiuti e optando per materiali di riciclo.
Alcuni produttori, inoltre, si stanno affidando all’agricoltura sostenibile per coltivare gli ingredienti della birra come il luppolo e il malto: la produzione della bevanda a ridotto impatto ambientale è quindi una tendenza in crescita, ma non viene ancora adottata da tutti.
Un altro aspetto importante da sottolineare è come numerose realtà produttive stiano investendo sempre di più in fonti di energia rinnovabile, come ad esempio quella solare ed eolica, per alimentare le loro attrezzature: in questo modo possono infatti ridurre la loro dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili e le loro emissioni di gas serra.
Queste, in secondo luogo, stanno ottimizzando i loro processi per ridurre gli sprechi d’acqua: alcuni birrifici, infatti, utilizzano tecniche di recupero dell’acqua così da poter riutilizzare la preziosa e indispensabile materia prima, mentre altri impiegano tecnologie di trattamento della stessa per ridurre la quantità di acqua necessaria per produrre una birra.
Questo è sicuramente uno dei problemi più importanti del settore se si pensa alla sostenibilità: basti pensare che, per produrre un litro di birra, occorrono dai sei agli otto litri d’acqua ai quali vanno sommati quelli direttamente proporzionali alla capacità dell’impianto per il lavaggio e il risciacquo del medesimo.
Un altro tema molto importante riguarda la scelta delle materie prime utilizzate: tutt’oggi, infatti, i birrifici italiani, sia grandi che piccoli, sono costretti ad importare dall’estero oltre il 90% delle materie prime, con il luppolo che sfiora il 100% (quest’ultimo viene importato prevalentemente da paesi come gli Stati Uniti, la Germania, fino addirittura alla Nuova Zelanda).
Sta di fatto che queste continue importazioni aumentano l’inquinamento ambientale e allontanano sempre di più l’idea di birra 100% “made in Italy” ed ecosostenibile: tuttavia, a partire dal decreto ministeriale del 5 agosto 2010, con il quale la birra, dall’ essere considerata semplice bevanda, è diventata un prodotto agricolo, sono nate sempre più aziende della filiera del settore brassicolo nelle quali quello dell’ecosostenibilità è un tema centrale.
L’aumento ed il miglioramento qualitativo delle materie prime coltivate nella penisola, la presenza di micro-malterie sul territorio e l’adozione di soluzioni innovative contribuiranno alla realizzazione di prodotti sempre più realmente made in Italy, ad aumentare la competitività economica dei microbirrifici artigianali e la loro sostenibilità ambientale.
Tornando alle strategie adottate dai birrifici per diminuire maggiormente l’impatto delle loro produzioni sull’ambiente, molte realtà stanno utilizzando ingredienti locali e sostenibili, coltivati con metodi di agricoltura biologica: questo non solo aiuta a rendere maggiormente ‘eco-friendly’ la produzione brassicola, ma consente anche di supportare gli agricoltori locali che sono sempre più in difficoltà proprio a causa dei cambiamenti climatici.
Sempre più spesso si ricorre anche all’utilizzo d’imballaggi riciclabili o biodegradabili per ridurre i rifiuti e a programmi di compostaggio per trasformare quasi tutti i residui di produzione in fertilizzante utile per l’agricoltura: un altro metodo efficace per aiutare chi coltiva le materie prime.
Il prestare attenzione alla sostenibilità ambientale è quindi una tendenza in crescita nel comparto birrario: vi sono infatti sempre più birrifici che adottano metodologie di lavoro che consentono di ridurre e ottimizzare l’utilizzo delle materie prime durante il ciclo produttivo: tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per rendere la produzione di birra completamente sostenibile.