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Birre analcoliche, in crescita anche nel settore artigianale

Le birre analcoliche? In Italia, e nel mondo, non sono più esclusivo appannaggio dei big del settore: aumentano le produzioni artigianali.

Quello della birra senza alcol, secondo numerosi addetti ai lavori, è uno dei settori dell’universo dell’antica bevanda destinato a crescere maggiormente nei prossimi anni: lo dimostrano le statistiche e non solo dato che, un numero in costante crescita di produttori di tutte le dimensioni, ha lanciato sul mercato la propria versione di questa tipologia brassicola.

Per quanto riguarda il palcoscenico internazionale infatti, dopo che per diversi anni   ha suscitato l’interesse solo dei big del settore, la bevanda ha iniziato a diffondersi anche nelle produzioni artigianali sia europee che americane: la medesima evoluzione è in atto anche in Italia, seppur ancora molto lentamente.

Lo dimostra il fatto che, all’importante fiera di settore ‘Beer & food attraction’ svoltasi lo scorso mese di febbraio a Rimini, erano presenti quattro produttori nostrani con altrettante birre analcoliche: questa, senza dubbio, è stata una delle novità che ha suscitato il maggiore interesse durante tutta la manifestazione. Prima però di dare uno sguardo ad alcune delle caratteristiche peculiari di tali produzioni, facciamo una panoramica generale di questo particolare settore e delle ragioni alla base della sua crescita.

Secondo una ricerca pubblicata dall’istituto di statistica Global Market Insights, il mercato delle birre analcoliche a livello globale è destinato a crescere notevolmente nei prossimi anni, fino a raggiungere, nel 2026, il valore di 29 miliardi con una crescita annua prevista del 7,5%.

Tra i principali motivi che incentiverebbero i consumatori ad un maggiore acquisto di questa tipologia di bevanda, ci sarebbero la maggiore disponibilità economica nei Paesi in via di sviluppo e l’aumento della domanda di birre più leggere sia per quanto riguarda il contenuto alcolico che quello calorico: a questo si aggiunge il desiderio di un’alternativa in contesti sociali nei quali si evita l’alcool per motivi di salute o religiosi.

birra artigianale

Questa crescita, sempre secondo il medesimo studio, sarebbe dovuta proprio anche al successo ottenuto in questi anni dai birrifici artigianali di Europa e Stati Uniti che propongono una gamma sempre più ampia di birre alternative a quelle tradizionali, come appunto quelle analcoliche aromatizzate: in sostanza la ‘craft beer revolution’ della quale abbiamo parlato in diverse occasioni.

L’aumento della produzione di questa tipologia di bevanda nei paesi occidentali, sembra essere sospinta da due tendenze in particolare: da una parte l’aumento di non bevitori che però apprezzano aromi e sapori dei prodotti brassicoli, dall’altra la maggiore diffusione di stili di vita più sani.

Per questo motivo, si ipotizza inoltre che il consumo di questo prodotto potrebbe arrivare a sostituire, almeno in parte, anche quello di diverse bevande zuccherate e gassate che risultano spesso più caloriche delle birre analcoliche e, in alcuni casi, contengono sostanze alla lunga potenzialmente altrettanto dannose per la salute come la caffeina.

In alcuni Paesi, come detto, queste birre hanno già un certo numero di appassionati: secondo il portale web ‘Business Insider’, in Spagna rappresentano il 14% dell’intero settore, in Svezia una birra su dieci fra quelle vendute è analcolica, mentre negli Stati Uniti costituiscono l’11% del mercato brassicolo.

birra analcolica artigianale

Dando invece uno sguardo alle caratteristiche delle birre analcoliche artigianali italiane presenti alla fiera ‘Beer & food attraction’, queste sono prodotte con  particolari ceppi di lievito, diversi da quelli impiegati per le birre alcoliche, che consentono una fermentazione con una ridottissima, o pressoché assente, produzione di alcol.

Durante la lavorazione della bevanda, inoltre, vengono adottate delle tecniche specifiche per questo tipo di prodotto, come ad esempio la preparazione di un mosto con un contenuto assai limitato di zuccheri: proprio per questa ragione, le birre analcoliche necessitano di essere aromatizzate con degli ingredienti extra.

Questo è necessario per dare un aroma intenso e gradevole al risultato finale: in Italia, per ottenere questo risultato, ad esempio, sono stati utilizzati il basilico che cresce nel Parco nazionale dello Stelvio, il limone (che la rende particolarmente rinfrescante ed energizzante), delle infusioni di frutti di bosco o tropicali, il caffè, oppure botaniche quali il coriandolo, la genziana e la cannabis.

Settore delle birre analcoliche che quindi, come dimostrano questi esempi, si sta facendo sempre più conoscere anche nel nostro Paese grazie alle nuove produzioni artigianali, che affiancano quelle dei grandi gruppi industriali operativi sul nostro territorio: una crescita che, grazie ad un offerta sempre più di qualità, alla quale si affianca l’accresciuto interesse da parte degli appassionati di birra e non solo, anche in Italia potrebbe procedere sempre più velocemente negli anni a venire.

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