HomeCuriositàCocktail e musica italiana: da Califano agli 883, 6 brani sui drink....

Cocktail e musica italiana: da Califano agli 883, 6 brani sui drink. Ascoltali

Ci siamo già occupati qualche settimana fa di musica e cocktail, con un rassegna di canzoni che citano drink, distillati o aperitivi.

Ma la materia è così ampia che abbiamo deciso di dedicare all’argomento un ciclo di articoli: d’altra parte, il rapporto fra musica (e musicisti, in particolare) e alcolici è da sempre particolarmente stretto.

In questo caso vi presentiamo 6 canzoni italiane dedicate a, o che almeno citano, alcuni famosi cocktail. Con tanto di video per riascoltarle.

Negroni: Vinicio Capossela, All’una e trentacinque circa

Brano che dà il titolo al primo album del cantautore, datato 1990: il testo è dedicato ai gestori dei locali in cui il musicista si esibisce la sera, serate che si esauriscono appunto dopo l’una e trentacinque e dopo avere servito a clienti di ogni genere drink di ogni genere (oltre al Negroni si citano whisky e Coca, Camparino con la soda, Tequila bum bum, Dry gin, White Lady, Charrington, Four Roses bourbon, Bacardi rum, birra Beck’s, Chimay…). Il tutto per modesti guadagni, fra tasse, Iva e forniture. E i suonatori da pagare…

Un’altra volta bionda
la serata sta finendo
e servi la mia birra dietro al bar
Negroni whisky Coca
un Camparino con la soda
e il ghiaccio il frigo il rusco
c’e’ da cambiare pure il fusto
e il cliente e’ gia’ servito
e la cassa ha registrato
l’ultimo drink dell’avvocato

Vodka e tonica: Franco Califano, Un tempo piccolo

Fra i brani più belli dell’indimenticato “Califfo”, interpretato negli anni anche dai Tiromancino e da Mina, basato su un testo chiaramente autobiografico. Una poesia in musica che ci restituisce un po’ di un grande cantautore fuori dagli schemi, che ha vissuto sempre un po’ sopra le righe. Anche mescolando la vodka con acqua tonica.

Dipinsi l’anima
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all’ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo

Daiquiri: Figli di Bubba, Nella valle dei timbales

Canzone presentata al Festival di Sanremo del 1988 (dove si classificò 14ma) da un supergruppo formatosi esclusivamente per quell’occasione con i musicisti Mauro Pagani e Franz Di Ciccio della Pfm, il produttore e discografico Roberto Manfredi, i comici Enzo Braschi e Sergio Vastano (all’epoca fra i protagonisti della fortunata trasmissione “Drive in”) e i giornalisti Roberto Gatti e Alberto Tonti. Il testo dai contenuti satirici rappresentava una provocazione nei confronti degli stereotipi del Festival, allora ancora più “ingessato” di oggi.

Mi mancherete tutti lo so
Chissà come farò senza la faccia di Andreotti
Non sopravviverò
Senza lasagne surgelate, la maschera antigas
Le ferie intelligenti, la turbo e l’ananas
Andrò laggiù nella valle dei Timbales
Tra peones, marones, salmones, Daiquiri e bon bons

Spritz: J Ax, Il terzo Spritz

Brano del 2020 di un J Ax che prende atto di avere “una certa età”, di non essere più quello che “scopa le bitch” e che, con la maturità, si è schierato con Greenpeace e le Ong. Però, dopotutto, alle 4 è ancora in mezzo ai ragazzini. E avverte: “Non rompetemi il cazzo dopo il terzo Spritz”. Siete stati avvisati.

Magari non sono più quel pugile sul ring
Certo non sono più quello che scopa le bitch
Sto con Greenpeace e con le Ong
Ma non rompermi il cazzo dopo il terzo Spritz

Moscow Mule: Benji e Fede, Moscow Mule

Fra i tormentoni della stagione estiva 2018, racconta l’estate spensierata di due giovani innamorati. Che alla fine finisce, come tutte le estati… Il titolo e la citazione nel testo sono per il cocktail che, da qualche anno, aveva iniziato a godere di una ritrovata popolarità che continua ancora oggi.

Io che non so baciare
Ho imparato da poco
Io che non so parlare
Lascio parlare loro
E non mi chiedere se è tutto a posto tu
Piuttosto metti meno ghiaccio al Moscow Mule
Non andare in ansia se non posto più
Ti ricordo che non mi hai risposto più

Gin Tonic: 883, Non me la menare

Primo singolo (è il 1991) degli 883 con Max Pezzali affiancato da Mauro Repetto, che poco dopo sarebbero diventati famosi con Hanno ucciso l’uomo ragno. Come tutti i brani della prima fase della formazione è caratterizzato da un testo semplice che richiama situazioni di vita adolescenziali.

Tu se lo sai mi devi dire se tu
Veramente mi preferiresti se
Io fossi uno di quegli stronzi
Vestiti a festa che si vedono
Dovunque vai nei bar oppure
In discoteca appoggiati a qualche colonna
Che bevono un Gin Tonic come fosse
Una bella storia, dai ma vuoi capirla o no?
Non me la menare
non capisco cosa vuoi
tanto lo sapevi
che non ero come voi

Leggi anche:

“You are the Gin to my Tonic” quando la musica incontra la passione per il gin

Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

Aziende • Prodotti • Servizi

VINO

Dolce Salato