La cocktail ricetta di oggi suscita nei clienti (o negli ospiti) un effetto wow. Il drink si chiama Leeloo Dallas Mul-Ti-Pass ed è un Sour in coppetta a base gin e Chartreuse gialla con pois di assenzio blu come garnish.
Tecnica: Dry Shake + Shake and Strain Bicchiere: Coppetta Ingredienti: 2 oz London Dry Gin 0,75 oz Chartreuse gialla 0,25 oz Succo d’arancia 0,75 oz Succo di limone 1 Barspoon Peach Schnapps 4 Dashes Peychaud’s Miraculous Foamer (Schiuma senza albume – Bio 100%) Guarnizione: Assenzio blu
Due parole su Peychaud’s Miraculous Foamer (clicca per maggiori info)
I bitter Ms. Betters sono naturali al 100%. Ogni bottiglia di schiuma vegana contiene l’equivalente di oltre 100 albumi. Risultato? Basta aggiungere un terzo del contagocce di Ms. Better’s Bitter – Miraculous Foamer al cocktail per renderlo spumoso, senza bisogno aggiungere gli albumi d’uovo.
Alaska, ricetta e storia del cocktail che non viene dagli eschimesi
L’Alaska è un cocktail vintage potente dalla spiccata personalità, a base di Gin London Dry, Chartreuse gialla e due dashes di angostura orange bitters. E non ha niente a che fare con gli eschimesi!
Veniamo alla storia. C’è poco da dire, in realtà. L’origine dell’Alaska è incerta, partiamo da questa certezza. E l’unica altra sicurezza ė che appare per la prima volta in un libro del 1914 di Jacques Straub, Drinks. Originariamente, la ricetta richiedeva Old Tom Gin, gin più dolce del London Dry.
Poi, l’Alaska compare nel libro The Savoy Cocktail Book pubblicato nel 1930 da Harry Craddock. Che nella ricetta non menziona l’orange bitters, ma sottolinea che questa squisita miscela probabilmente fu inventata in South Carolina.
Insomma, non ha niente a che fare con gli eschimesi!
RICETTA dell’ALASKA (un altro cokctail con Chartreuse gialla)
Tecnica:
Shake and Strain Bicchiere:
Coppetta Ingredienti:
4,5 cl di London Dry gin
1,5 cl di Chartreuse gialla
1 dash orange bitters
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.