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Gin Tonic perfetto: 5 consigli di Samuele Ambrosi

I consigli per il tuo Gin Tonic perfetto

Si fa presto a dire Gin Tonic… Perché non basta semplicemente versare del gin e dell’acqua tonica in un bicchiere per prepararlo come si deve.

Ecco quindi 5 consigli per preparare un “vero” Gin Tonic da Samuele Ambrosi, uno dei più noti barteder italiani nonché grande esperto di gin. Tratti dal suo libro Anthologin“, la guida definitiva per ogni appassionato di gin.

Samule Ambrosi Barman
Samuele Ambrosi Barman

I 5 consigli di Samuele Ambrosi per un Gin Tonic perfetto

1. Il bicchiere. Così come il distillato, anche il bicchiere dovrebbe essere già freddo. Mettendolo preventivamente in freezer (insieme con il gin) oppure riempiendolo di ghiaccio fino all’orlo per qualche minuto, svuotandolo prima di iniziare la preparazione del drink.

2. La tecnica. Si versa il gin e, a seguire, la tonica, il tutto con delicatezza e inclinando il bicchiere, in modo da non farla “schiumare”. In questo modo i due liquidi si miscelano perfettamente, evitando lo “stirring” (mescolamento).

3. Il ghiaccio. Come per molti cocktail, meglio usare un chunk unico piuttosto che più cubetti. Che, avendo una maggiore superficie di contatto con il liquido, comporterebbero una diluizione maggiore.

Gin Tonic 4. La garnish. La scelta della guarnizione dipende dal gin utilizzato e in particolare dal suo profilo aromatico, che deve essere esaltato e non alterato. Così un gin fruttato si accompagna a lamponi, mango o more, uno floreale con rose, lavanda o foglie di loto. Preferibilmente facendo ricorso a prodotti freschi e non a essenze e profumi.

5. Le quantità. La formula “perfetta” prevede 3/4 di tonica e 1/4 di gin. Il che fa di questo cocktail un aperitivo piuttosto leggero: circa 10 gradi alcolici, che scendono a poco più di 6 con l’inevitabile diluizione del ghiaccio. Poco più di una birra e decisamente meno di un bicchiere di vino.

Come servire e degustare il Gin Tonic per un’esperienza unica

Un Gin Tonic perfetto non si limita alla preparazione, ma si completa con la presentazione e il momento della degustazione. Servire il cocktail nel bicchiere giusto e con la garnish appropriata non solo esalta i profumi e i sapori, ma rende anche l’esperienza visiva più invitante. Tuttavia, c’è un altro elemento cruciale: il momento in cui il Gin Tonic viene gustato. Idealmente, andrebbe servito appena fatto, così da preservare la freschezza del ghiaccio e l’effervescenza della tonica.

Degustare un Gin Tonic richiede calma e attenzione. Prima di tutto, avvicinando il bicchiere al naso, si percepiscono i profumi rilasciati dalla garnish e dal gin. In questa fase, è importante cogliere le note aromatiche predominanti, che possono variare dal floreale al fruttato, fino alle spezie più complesse. Successivamente, si passa al sorso: il primo assaggio dovrebbe essere breve, per abituare il palato alla combinazione di sapori. Il gusto si sviluppa sorso dopo sorso, evidenziando la qualità degli ingredienti e l’equilibrio della preparazione.

Infine, per i veri appassionati, un Gin Tonic ben preparato può essere l’inizio di una serata all’insegna della scoperta. Provare gin provenienti da diverse parti del mondo o esplorare nuove toniche premium è un modo per ampliare i propri orizzonti e rendere ogni cocktail un’esperienza unica e personale. Con un po’ di pratica e sperimentazione, il Gin Tonic diventa non solo un drink, ma una celebrazione di gusto e creatività.

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Stefano Fossati
Stefano Fossati
Redattore del tg Bluerating News, collaboratore delle testate economiche di Bfc Media, di Mixer Planet e naturalmente del Magazine ApeTime.

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