Giacomo Pantò, Bartender ABS e Capo Barman presso il Grand Hotel Forte dei Marmi. Un sogno nel cassetto lo ha portato a girare il mondo.
Era l’anno 2010 quando, finiti i suoi studi, decise di partire per Bruxelles in Belgio, una scelta che gli avrebbe cambiato la vita.
Questo viaggio lo ha portato ad iniziare la sua carriera dalle basi, prima come lavapiatti e aiuto cuoco con tanta umiltà, ma con la voglia di scoprire il mondo e di mettersi in gioco per poi puntare al mondeo dei bar. Per questo motivo ha iniziato a studiare sia l’inglese che il francese ed ha approcciato il mondo della mixology con i suoi primi drink.
Due anni dopo ha deciso di intraprendere un percorso di studi che gli ha consentito di approcciare il mondo del bartending ad un livello molto più alto, ed è entrato anche a far parte di AIBES. Da allora, grazie anche alla frequentazione di grandi bartender, si è diplomato con grande soddisfazione per poi proseguire il suo percorso da Barman professionista.
Hai “militato” nell’AIBES, in ABI e adesso sei membro dell’ A.B.S. Professional (Associazione Bartending Sicilia), che importanza riveste per te il ruolo dell’associazionismo? Quali le differenze tra AIBES, ABI e A.B.S. Professional?
L’associazionismo è come un gruppo di colleghi uniti dallo stesso interesse che ti portano a sviluppare la tua arte per i drink in una vera e propria professione.
Ho militato nell’AIBES (Associazione Italiana Barmen E Sostenitori) per tre anni con il titolo di aspirante Bartender, facendo dei concorsi a livello regionale e nazionale, arrivando per ben due volte terzo in classifica.
Spostandomi nell’ABI (Associazione Barmen Italiani) con il titolo di Barman qualificato mi sono portato con me lo stesso obiettivo di trasformare la mia arte in una eccellenza, facendo competizioni nelle più belle batterie italiane e nel mondo.
Negli ultimi anni sono entrato nell’A.B.S. Professional (Associazione Bartending Sicialia) dove volevo immettere, nella mia città natale cioè Messina, la mia esperienza e innovazione per il mondo del bartending.
Ripercorrere tutte le tappe della tua carriera professionale è quasi impossibile, perché nonostante tu sia un professionista giovane, la tua esperienza è davvero notevole. Ti chiedo solo quale tra le tante esperienze ti ha insegnato di più, quella che hai nel cuore?
Girando i vari luoghi dove ho lavorato sono riuscito ad acquisire esperienze diverse una dall’altra, cercando di capire metodi di servizi, culture e stili di tutto il mondo.
Ho avuto modo di lavorare a Parigi, Bruxelles e Germania ma l’esperienza che mi ha stupito di più è stata quella di Taormina nella bella Sicilia; avendo avuto in questa struttura alberghiera una clientela vasta ed internazionale, ho potuto dimostrare la mia esperienza in maniera completa.
Inoltre, nel percorso lavorativo ho incontrato molti maestri del settore, uno in particolare che voglio citare è il Maestro Domenico Micali, un mentore sia professionale che di vita.
Attualmente sono diventato Capo Barman in due strutture alberghiere particolarmente note in Piemonte e in Toscana.
Se tu dovessi dare una definizione al tuo stile, alle tue preferenze in fatto di bere miscelato, come preferisci essere considerato?
In base al mio stile e alle mie preferenze preferisco essere considerato un Barman elegante che sappia miscelare rispettando le ricette in base anche a quello che sono i gusti dei miei clienti osservando le preparazioni IBA e creando anche qualche signature.
Personalmente credo che il vostro mestiere, come quello degli chef, assomiglia tanto a quello di un artista: le sperimentazioni te le puoi permettere solo se hai solide basi, le regole in tutte le discipline le possono infrangere solo coloro che le conoscono molto bene. Tu come ti rapporti con la sperimentazione e la ricerca di nuove proposte?
Credo che il mio lavoro sia un misto tra pasticceria e arte moderna, perchè risalta molto la
peculiarità del cocktail perfetto tra bilanciamento e presentazione, come ho potuto dimostrare in un programma televisivo in Sicilia.
In questo momento hai una particolare preferenza per qualche ingrediente o per qualche prodotto nuovo o antico riscoperto?
Attualmente trovo interessante il mondo del whiskey con abbinamenti di formaggi e marmellate tipici del posto (Sicilia).
In più anche l’utilizzo di gelati per la preparazione di creme spumose per aromatizzare i drink.
La tua attività si è svolta particolarmente in località turistiche soprattutto negli alberghi. Come sono cambiate nel tempo queste realtà? Pensi che oggi il fruitore turista sia più o meno informato e conoscitore di quello di un po’ di tempo fa?
Ora come ora, lavoro in una struttura in Toscana, precisamente a Forte dei Marmi, e la mia
mansione è proporre novità ai clienti.
Nelle vecchie strutture mi è capitato di non potermi esprimere con ciò che volevo offrire, ma grazie al cambiamento della degustazione dei drink e ai nuovi prodotti sul mercato ho potuto dare un servizio in più ai miei clienti.
I consumatori di oggi hanno una cultura molto più vasta rispetto a quelli di una volta, ossia riescono a capire le differenze tra i vari distillati e cocktail.
Dato che ApeTime Magazine è seguito da professionisti e da aspiranti tali, hai qualche suggerimento o indicazione da dare ad un giovane appassionato che volesse trasformare questa passione in professione?
Secondo la mia personale esperienza, il consiglio che posso dare ai giovani aspiranti Barman di oggi è di seguire il proprio sogno in maniera costante senza buttarsi giù alle inconvenienze, ma soprattutto la cosa importante in questo lavoro è di soddisfare le esigenze del cliente prima che le nostre.