Un marchio storico di liquori e distillati italiani torna al centro dell’attenzione dopo essere stato quasi dimenticato per decenni. Parliamo di Ballor, fondato a Torino nel 1856 e ora rilanciato in grande stile dalla veneta Bonollo.
Dopo avere acquisito il brand nel 2017, la nota distilleria padovana ha infatti lanciato lo scorso anno tre nuovi prodotti Ballor di fascia “premium”: un vermouth, un dry gin e un amaro. Basati su ricette in linea con i gusti attuali, ma rispettose della tradizione di Ballor.
Come detto, l’azienda fu fondata a Torino nel 1856 come Freund, Ballor & C.IA da Paul Ballor, Henry Freund ed Emilie Roussette, tre amici francesi attratti dalla fama internazionale di cui il capoluogo piemontese godeva all’epoca nell’industria liquoristica, grazie soprattutto al successo del vermouth. Oltre al vermouth, però, Ballor si distise anche per prodotti come amaro, gin, cognac e vino chinato, tanto da guadagnarsi l’investitura ufficiale di “provveditore” (oggi diremo fornitore) di Casa Savoia (cioè del re).
Dai Savoia… a Fantozzi
Non solo: fra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento la casa (che, grazie al successo ottenuto, aveva aperto un grande stabilimento a Cambiano, proprio accanto alla stazione sulla ferrovia Torino-Genova) ottenne numerosi premi e riconoscimenti in tutta Europa e anche negli Usa.
Il lento declino del marchio iniziò nel 1920, quando l’azienda fu protagonista del primo di una serie di passaggi di proprietà che, tra le altre cose, portarono alla chiusura della fabbrica di Cambiano negli anni ’50 con lo spostamento della produzione ad Aprilia (sotto la gestione del gruppo Grandi Marche Associate). Fra i prodotti Ballor più conosciuti di questo periodo non si può non citare la Prunella, un liquore di bacche del prugnolo selvatico, non foss’altro perché è ricordata ancora oggi per l’apparizione nel film cult “Il secondo tragico Fantozzi” (video qui sotto).
Il rilancio fra i marchi premium
Oggi la famiglia Bonollo sta investendo per riportare il brand ad alti livelli, degni di oltre 165 anni di storia: “Dall’acquisizione del marchio al lancio dei primi prodotti sono passati cinque anni, proprio per studiare con attenzione le peculiarità di questa storica azienda e metterne a punto l’immagine e la produzione, valorizzandone la storia ma proiettandola nel mercato attuale”, spiega ad ApeTime Valentina Ursic, marketing manager di Distillerie Bonollo Umberto. Così, le ricette del vermouth e dell’amaro sono state studiate ex novo, mentre quella del gin è stata ottenuta adattando ai gusti e alle esigenze di oggi la formula originale, basata sulle note di pompelmo rosa, arancia dolce di Sicilia, bergamotto di Calabria, menta piemontese, cardamomo, timo e basilico.
E ora il gruppo veneto si prepara a lanciare una serie di iniziative per riaffermare il marchio Ballor nella fascia alta del mercato, anche in miscelazione (vedi le ricette in questa pagina): “Trattandosi di prodotti premium non hanno una distribuzione di massa – continua Ursic – ma sono diffusi solo in determinate categorie di locali. Per questo, Bonollo ha avviato da tre anni una collaborazione con Relais & Châteaux, grazie alla quale Ballor è presente in diversi hotel e ristoranti di lusso di tutta Italia. Ma non è tutto: con Mauro Suman, brand ambassador Ballor, stiamo preparando una serie di guest e masterclass a livello nazionale. Inoltre il marchio sarà presente nelle principali fiere di settore, dal Roma Bar Show al Sigep di Rimini, fino alla Mixology Experience di Milano”.
Le ricette con Ballor
Ballor Word
Bicchiere:
Coppa
Ingredienti:
25 ml amaro Ballor
25 ml gin Ballor
25 ml vermouth Ballor
25 ml spremuta di limone
Gocce di orange bitter
Garnish:
Scorza di limone
Emile Side-car
Bicchiere:
Nick & Nora
Ingredienti:
40 ml gin Ballor
30 ml Dorange OF
20 ml succo di limome
Garnish:
Buccia di limone
Paul Ballor
Bicchiere:
Old fashioned o coppa
Ingredienti:
45 ml vermouth Ballor
25 ml grappa OF Amarone Barrique
3 dash Angostura
Ciliegia candita
Garnish:
Scorza di arancia
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