La nuova tappa del viaggio alla scoperta delle birre del mondo ci porta ad approdare nelle Piccole Antille, al confine fra Mar dei Caraibi e Oceano Atlantico, sull’isola delle Barbados con la Banks Beer, vincitrice del Blue Ribbon al ‘Beers, Waters and Soft Drinks’...
Le Barbados sono uno degli altri celebri paradisi tropicali meta di turisti provenienti da ogni parte del pianeta. Proprio il turismo, insieme alla coltivazione della canna da zucchero e al settore manifatturiero, è uno dei settori più importanti per l’economia locale.
LA STORIA DELLE BARBADOS
Il nome deriva dal termine portoghese ‘os barbados’ (i barbuti) e fu dato all’isola nel 1536 dall’esploratore portoghese Pedro A. Campos, uno dei primi europei ad approdarvi. Le lunghe radici aeree pendenti degli alberi di fico barbuto (ficus citrifolia), originario dell’isola, gli ricordavano infatti delle “barbe”.
Trascorso poco meno di un secolo, nel 1625, fu conquistata dagli inglesi con una spedizione guidata dal capitano John Powell che la rivendicò in nome del re Giacomo I. I primi coloni britannici arrivarono due anni dopo dando vita ad un primo insediamento di 80 civili e 10 schiavi provenienti dall’Africa. Fin dall’inizio fu adottato lo stile di governo britannico, ovvero la democrazia parlamentare, con la quale l’isola è amministrata dal 1639.

A differenza della maggior parte degli altri territori caraibici, il cui controllo nel corso della storia è passato più volte di mano fra le varie potenze coloniali, quest’isola è rimasta, fino all’indipendenza arrivata nel 1966, sempre sotto il dominio inglese. Secondo alcuni il motivo è anche geografico. Le Antille formano infatti un arco con la convessità rivolta verso l’Oceano Atlantico: Barbados è l’unica posizionata all’esterno di questo arco e, considerata la maggior impetuosità dei venti atlantici, è in sopravento.
I velieri che volevano attaccarla erano quindi costretti a navigare controvento riscontrando notevoli difficoltà: questo consentiva ai colonizzatori inglesi di difendere efficacemente il territorio. Un’occupazione durata costantemente nei secoli che ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura e sullo stile di vita della popolazione sebbene oggi questa sia in minima parte composta da individui di origine britannica.
LA BANKS BEER
Non poteva ovviamente rimanere estranea a questa influenza la birra autoctona delle Barbados: la Banks beer è infatti una lager bionda che viene prodotta dal 1961 nel solco della tradizione di quelle inglesi. Viene realizzata con l’impiego di una miscela di orzo maltato britannico e australiano ai quali vengono aggiunte due tipologie di luppolo: il Yakima Clusters e lo Styrian Goldings. Con una gradazione alcolica del 5%, è di colore oro chiaro e presenta un’aroma dolce con note di mais (presente nella ricetta sotto forma di sciroppo) e, nel finale, amare.
Questa birra è nata per l’appunto nel 1961 quando Peter D’Aguiar, un imprenditore e politico della Guyana, ha deciso di avviare un birrificio nelle vicinanze di Bridgetown, la capitale delle Barbados: la produzione vera e propria è iniziata il 7 settembre del medesimo anno. Nel 1968 la Banks Beer veniva già esportata nei vicini Paesi caraibici e, dopo poco tempo, era presente anche su altri mercati fra cui quello statunitense e quello europeo.

Una birra che ha saputo farsi apprezzare anche a livello internazionale fin dai primi anni. Lo dimostra il fatto che ha conquistato il suo primo premio nel 1971 e, aspetto ancora più significativo, lo ha ottenuto proprio in Gran Bretagna, madrepatria dello stile birrario a cui s’ispira. Nel corso del tempo sono arrivati numerosi altri premi fra cui, nel 2012, il Blue Ribbon al ‘Beers, Waters and Soft Drinks’, un concorso organizzato dall’International Institute for Quality Selections con sede in Belgio.
Questi riconoscimenti dimostrano come siano, con ogni probabilità, veritiere le recensioni sulla Banks beer che si trovano sui social e sui portali web dedicati agli amanti del luppolo e del malto. Viene infatti descritta come una birra leggera, ideale per le temperature e l’umidità dei Tropici, ma anche e soprattutto come un prodotto di qualità. Altro esempio di come l’abilità nel dare vita a prodotti brassicoli davvero interessanti sia un’arte sempre più radicata in ogni angolo del pianeta.




