Andiamo in Gabon, in Centro Africa, dove il gruppo Castel ha aperto una fabbrica, in cui produce tutti i marchi nazionali ed esteri commercializzati nel Paese. La birra autoctona di punta prodotta è la lager Regab.
Le ultime due tappe, hanno visto il tour fare conoscenza con il panorama brassicolo di altrettanti Paesi europei: la Finlandia, con la birra tradizionale Sahiti, e la Francia dove è in atto un ‘rinascimento’ delle tradizioni birrarie nazionali, tanto che, dal 2014, la birra è inserita nel “patrimonio culturale, gastronomico e paesaggistico nazionale” al fianco dei rinomati vini d’oltralpe.
Questa settimana invece, il viaggio torna in Africa, un altro continente che ha davvero molto da raccontare sull’antica bevanda dato che fa parte della tradizioni culturali di molte delle etnie che lo popolano: questo è il caso anche del Gabon, l’ex colonia francese della quale parleremo oggi.
LA SOBRAGA, LA FABBRICA DEL GRUPPO CASTEL
Per quanto riguarda la produzione industriale di birra nel Paese, l’inizio della stessa si collega direttamente alla presenza dei coloni francesi nel Paese che si sono insediati in questa terra nel 1839: vi sono rimasti fino al 1960 quando, il 17 agosto, è stata sancita l’indipendenza della Nazione che faceva parte dell’Africa equatoriale francese, entità politico-territoriale che comprendeva anche quelli che sarebbero diventati la Repubblica Centro Africana, il Ciad ed il Congo.
Come abbiamo già avuto occasione di sottolineare, quest’area del mondo si trova al centro degli interessi commerciali dei grandi produttori della bevanda: questo lo si deve al fatto che, nell’ultimo decennio, in Africa i consumi sono cresciuti del 4% ed inoltre, secondo le stime, entro il 2025, in questo continente si svilupperà il 30% del mercato mondiale della birra.
Per questo motivo, come per esempio fatto dall’Heineken in Etiopia, anche il gruppo francese Castel, un altro dei leader mondiali del settore i cui principali interessi economici gravitano proprio su questo continente, ha aperto una propria fabbrica di birra in Gabon dove produce tutti i marchi nazionali ed esteri commercializzati nel Paese.
La ‘Société des brasseries du Gabon’, conosciuta anche come ‘Sobraga’, è stata fondata nel 1966 su iniziativa di Pierre Castel, il fondatore dell’omonimo gruppo, con il sostegno del governo gabonese che vide in questo progetto un modo per sviluppare l’economia locale: questo è quanto in effetti sarebbe avvenuto dato che oggi la società, che opera sul territorio con cinque stabilimenti e produce anche altre bevande (in tutto 38 marchi), è la sesta azienda del Paese per fatturato.
La birra autoctona di punta prodotta, che è anche quella più consumata nel Paese, è la lager Regab realizzata nel solco della tradizione delle pale ale americane. Prodotta fin dall’inaugurazione del primo stabilimento, con una gradazione alcolica del 4,5%, si presenta con una sottile schiuma bianca e di colore giallo dorato: mette in risalto gli aromi del malto, del riso e del miele che conferisce alla bevanda un certo grado di dolcezza.

LA BIRRA ARTIGIANALE
Come accennato in precedenza, anche in Gabon la birra, bevanda tradizionale per numerose etnie, viene prodotta artigianalmente nelle abitazioni. In questo Paese, come in altri dell’Africa, cambia nome a seconda dei dialetti locali, contrariamente a quanto succede per esempio in Etiopia dove è conosciuta ovunque con il nome di ‘tella’.
Per queste produzioni, si fa ricorso ai cereali offerti dal territorio quali mais, orzo e miglio che vengono fatti fermentare senza l’aggiunta di lieviti esterni: ci si affida unicamente a quelli presenti nelle materie prime, agli strumenti e ai vari passaggi indispensabili per prepararla.
Quello che però, con ogni probabilità, colpisce maggiormente del panorama birrario gabonese, è l’esistenza di un vero e proprio micro birrificio e di un prodotto che, come filosofia, rispecchia l’ idea portata avanti dalla ‘craft beer revolution, ovvero quella di proporre birre autoctone realizzate utilizzando materie prime locali. In questo caso si tratta dei tuberi di manioca, la pianta tropicale coltivata anche in Gabon che costituisce la principale fonte di alimentazione per molte popolazioni africane.
La birra in questione, che ha ampliato il panorama brassicolo del Paese, si chiama ‘Timba beer’ ed è stata lanciata sul mercato nel 2018 (presenta una gradazione alcolica del 5,5%): la società che la produce è la ‘Okev’ fondata nel 2017 dall’imprenditore Antoine Mfa Mezui.

Il fondatore, in un intervista rilasciata ad un quotidiano francese, ha spiegato con queste parole gli obiettivi del progetto, che non vuole solo offrire un prodotto diverso da quelli proposti dal birrificio Sobraga: “Quella della manioca è la coltura più diffusa del Gabon: con questa birra vogliamo dare un nuovo impulso all’ agricoltura locale diversificandola e fornendo nuove opportunità produttive agli agricoltori che, negli anni, potranno vedere aumentare i loro guadagni”.
Questa storia che arriva dal Gabon, uno dei Paesi africani che vanta una delle economie più solide e sviluppate del continente (grazie alle esportazioni di petrolio, carbone ed uranio alle quali si sono uniti importanti investimenti esteri), dalla quale trae giovamento anche il settore della birra, dimostra ancora una volta come l’arte della produzione brassicola non conosca davvero più confini, né geografici né culturali, e come possa favorire lo sviluppo agricolo ed economico di diverse aree del mondo.




