Le basi: gli Highball sono long drink dissetanti, freschi, serviti per lo più ghiacciati. E storici.
Lungo, di solito in un rapporto 2:3 tra distillato e filler (soda, tonica, cola, ginger beer, et similia), low alcol se non proprio ZERO alcol, l’highball è fresco, dissetante, “Anytime”. Ovvero, adatto a essere gustato in ogni momento della giornata.
Si pensa sia nato nel 1800, quando i distillati non erano così fini. Anzi, erano piuttosto dozzinali. E pare che il primo sia stato fatto con un whisky scozzese o un whiskey irlandese. Due prodotti importati negli Stati Uniti che, allora, erano squilibrati, aggressivi, decisamente imperfetti. E a dirlo è un pezzo del New York Times del 25 marzo 1904.
Sull’origine del nome, in realtà, non ci sono certezze. Forse deriva dal fatto che venga servito in bicchieri alti.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.