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#Ioapro è stato un flop in termini di adesioni e modalità

#Ioapro. Questa è la protesta che non ci piace. Incomprensibile. Priva dell’attitudine al coraggio

#Ioapro è stato un flop in termini di adesioni. Ma soprattutto, è stato un fallimento nelle modalità.

Che gli aderenti a #Ioapro fossero in pochi sarebbe il minimo. Il primo passo, del resto, è iniziare. Ed è comprensibile che i gestori abbiano deciso di non aderire per paura di incorrere in una multa, che è pesante sempre, ma di più in un periodo di incassi rosicati come questo.

Il problema non è quindi tanto il numero di partecipanti, ma il modo di agire, per lo meno a Milano. Chi ha aderito a #ioapro lo ha fatto di nascosto, servendo il take away fuori orario. Dov’è il coraggio? Questi sono furbetti che non rinunciano agli incassi (minimi comunque). Nient’altro.

#ioapro Avremmo preferito vedere montare i dehor e far sedere i clienti nel rispetto delle regole imposte ai tempi che furono. Invece abbiamo visto solo aprire qualche cassa, servire bevande in bicchieri di plastica e poi chiudere gli occhi, lasciando che si formassero a volte anche piccoli assembramenti a pochi metri dal locale.
Così sui social già circolano post inviperiti da parte “degli esponenti del fronte rigorista” che accusano i pubblici esercizi di essere degli untori.
A cosa serve una protesta del genere? A nulla. Bisognerebbe mettere in discussione il principio stesso di questo dpcm. In altre parole, opporsi al divieto di somministrare cibo e bevande almeno nel dehor nel rispetto delle regole.

CONCLUSIONE

Ora, il grande problema del mondo dell’ospitalità è che al governo manca qualcuno della categoria che porti avanti le vostre istanze. Certo. Ma il problema di tutti è questo esecutivo. Senza giri di parole, è chiaro ormai che il presidente del Consiglio e la sua squadra di ministri non siano in grado di gestire l’emergenza. Annaspano. Aspettano. E noi pure, di riflesso. Da luglio attendiamo la nomina dei 30 commissari per sbloccare 80 miliardi di cantieri, per dirne una. E aspettiamo i ristori. Che non ci sono. E aspettiamo i vaccini. Che però forse non sono abbastanza. E non protestiamo, perché temiamo le multe. L’opinione pubblica. Le critiche. Anche se sappiamo che un dehor è meno pericoloso di un vagone della metro.

BIRRA

Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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