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La birra contrassegnata con la F nel nutri-score, un’ipotesi che preoccupa

La birra contrassegnata con la F nel nutri-score: un’ipotesi che preoccupa i produttori artigianali.

Una clamorosa notizia arrivata la scorsa settimana dalla Francia, dove il nutrizionista Serge Hercber, dieci anni fa, ha inventato il sistema di etichettatura e classificazione degli alimenti conosciuto con il nome di ‘Nutris-core’, ha messo in allarme i produttori della filiera agroalimentare e delle birre artigianali italiane in particolare.

Una questione che periodicamente torna alla ribalta e che, negli scorsi anni, ha messo in grave pericolo la reputazione, e la percezione agli occhi dei consumatori europei, di alcune delle eccellenze del made in Italy quali i salumi, il formaggio e l’ olio d’ oliva.

Per chi non sapesse esattamente come funzioni questa classificazione, vediamo in breve di cosa si tratta. Il Nutris-core è un sistema “a semaforo” che classifica gli alimenti in base alla loro salubrità intesa, in modo particolare, come quella di essere prodotti a basso contenuto di grassi, calorie, zuccheri, sale e potassio.

Inventato in Francia una decina di anni fa, è stato adottato in alcuni paesi europei: alla Francia si sono unite Spagna, Belgio, Olanda e Germania.Non in Italia: il nostro Paese infatti si oppone a questo sistema perché penalizza i prodotti appena citati che sono fondamentali per il nostro export.

Il sistema è formato da una scala di cinque indicatori contrassegnati con colori e lettere: i primi  sono ispirati alle luci del semaforo, le seconde ai voti che vengono dati a scuola, ABCDE. In questa scala l’alimento più sano è indicato col verde-A, quello meno sano col rosso-E. L’attribuzione della lettera si fa in base ad un algoritmo che varia a seconda del tipo di alimento e tiene conto delle specifiche caratteristiche nutrizionali.

nutri-score

In settimana, è stata avanzata l’ipotesi d’ inserire nel Nutris-core una F-nera per indicare gli alimenti che contengono alcol: questo con l’ obiettivo d’ indirizzare il pubblico verso un consumo consapevole. La proposta ha già provocato la dura reazione dei produttori di vino italiani: quella altrettanto forte di Unionbirrai, l’associazione dei piccoli birrifici indipendenti italiani, non si è fatta attendere.

Un grido d’allarme più che giustificato se guardiamo i dati relativi ai danni causati al settore della birra artigianale italiana dalla pandemia: nel 2020 infatti, in soli sei mesi, ha subito una perdita di valore pari a 1,6 miliardi di euro,  un crollo che ha interessato l’intera filiera.

Colpito in modo particolare il settore Horeca, canale di distribuzione e rifornimento di ristoranti e bar, che ha visto dimezzarsi il proprio fatturato con una perdita di circa 8 miliardi di euro. Un altro dato che fotografa eloquentemente la crisi attraversata dal settore, è quello relativo ai posti di lavoro: nel 2019 infatti la filiera brassicola italiana aveva creato circa 3000 posti occupazionali in più, nei primi sei mesi del 2020 ne sono svaniti circa 21mila.

Ripensando a questi dati, e alla notizia arrivata da Parigi, il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, non ha usato giri di parole per esternare la grande preoccupazione della categoria: “In un periodo storico in cui le piccole imprese che producono birra artigianale stanno subendo non pochi danni a causa della pandemia iniziata nel 2020, la notizia della proposta di etichettare la birra con una F nel Nutris-core è un attacco diretto all’economia dei produttori artigianali italiani.”

Unionbirrai

Con l’aggiunta della lettera F infatti, tesa ad identificare anche le bevande contenenti una minima quantità di alcol segnalandone la presunta pericolosità ai consumatori, si rischierebbe quindi solo di penalizzare degli altri prodotti italiani che vengono venduti e apprezzati all’estero.

Questo è il caso della maggior parte delle birre che presentano un basso contenuto alcolico: se inserite nel contesto di una dieta bilanciata, come dimostrano diversi studi, non provocano alcun danno alla salute, anzi l’ organismo può trarne alcuni benefici come, per esempio, un buon apporto di sali minerali.

Redazione ApeTime
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