La voce di un intero settore di piccoli che vedono un futuro nerissimo, portata avanti da pochi grandi che si espongono: Gianfranco Vissani, noto chef, qualche giorno fa ha pubblicato i dati delle sue bollette di luglio 2021 contro luglio 2022: circa €6000 contro 16.500.
Vissani, che è comparso insieme al figlio Luca in un’intervista all’Ansa, ha sostenuto appunto che a queste condizioni non è possibile andare avanti: “Avrebbero fatto meglio a dirci di chiudere” ha concluso in maniera abbastanza rassegnata.
Il problema è chiaramente sotto gli occhi di tutti, ma occorre qualcuno che sia in grado di attirare l’attenzione della classe dirigente per cercare di stimolare qualche soluzione o qualche aiuto, perché sono davvero tante le imprese, e con esse le famiglie, che rischiano di chiudere i battenti e ritrovarsi senza un reddito.
Vissani ha poi lamentato il fatto che l’estate sia stata positiva solo parzialmente, con il diminuito potere di acquisto di famiglie e turisti già ben percepibile e una minor frequentazione di ristoranti in alcune zone del paese, e fra queste la sua (il suo ristorante “Casa Vissani” è situato vicino a Orvieto in Umbria).
Travalicando un po’ poi dalla denuncia della situazione professionale e lanciandosi in una valutazione politica di più ampio respiro, Luca Vissani si è poi schierato contro il reddito di cittadinanza “Molto più necessario – ha detto – aumentare gli stipendi e ridurre la pressione fiscale per favorire aziende e imprese”.
“Noi siamo aperti 16 giorni al mese – ha portato ad esempio – riceviamo bollette tra gas e luce di circa €16000 al mese; se, come stanno iniziando a fare alcuni, dovessimo spalmare gli extra costi sugli scontrini, dovrei aumentare i prezzi di €1000 al giorno, e divisi sui nostri ospiti e non sarebbe poco; ma noi i prezzi non li vogliamo aumentare e a questo punto l’alternativa rischia di essere solo esclusivamente quella di dover chiudere”.