Osteria d’Italia 2023, la nuova edizione premia anche il bere bene!
Da pochi giorni è in libreria l’edizione numero 36 di Osteria d’Italia, pubblicazione Slow Food che dà valore a “Ostesse e Osti che costituiscono la sovranità alimentare italiana“.
Osteria d’Italia 2023 è frutto del lavoro di ben 240 collaboratori impegnati in tutto lo Stivale per redigere schede, per un totale di 1730 locali recensiti in cui mangiare cose del territorio.
Sempre per dar qualche altro numero, 139 sono i locali nuovi rispetto all’edizione precedente segno che, nonostante la situazione sia difficile, gli imprenditori -soprattutto giovani- investono a credono nel settore.
Giovani che, spesso, tornano da esperienze all’estero e che scelgono di aprire in Italia un’Osteria con un’impronta rivolta alla sostenibilità ambientale e con un occhio attento alla cultura, alla tradizione, alla biodiversità e al km 0.
Novità dell’anno nel linguaggio della guida, oltre alle consuete chiocciole e bottiglie, simboli che certificano l’eccellenza per quanto riguarda cucina accoglienza e ricchezza della cantina, compare ora anche il riconoscimento bere e bene, dedicato a chi, a una buona carta dei vini, affianca anche una selezione di altre bevande adatte a essere accompagnate alle pietanze (a partire dalle birre, ma per arrivare anche a distillati, cocktail, succhi, estratti e infusi). I massimi riconoscimenti sono stati assegnati rispettivamente a 270 osterie (chiocciola), 450 (bottiglia), 126 (bere bene). Regioni più premiate la Toscana seguita da Piemonte e poi la Campania.
Altre novità sono un paio di simboli legati a due componenti essenziali del mangiar Mediterraneo; compaiono qua e là il simbolo del pane e il simbolo dell’olio che contraddistinguono i ristoranti particolarmente attenti nella selezione di questi due prodotti. Vi sono poi alcuni simboli strettamente regionali come quelli che segnalano le pizzerie in Campania e le piadinerie in Emilia Romagna.
In apertura della presentazione del libro al Piccolo Teatro Strehler, un video messaggio di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha salutato gli osti, mentre la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini ha definito osti e ostesse ambasciatori che insieme ai produttori e agli artigiani, costruiscono comunità locali in grado di valorizzare i prodotti, e fare economia grazie ai mercati contadini, alle visite in fattoria e ai gas.
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