Ti sei mai chiesto perché un famoso cocktail ufficiale Iba abbia per nome (in inglese) “testicoli di scimmia”?
E perché un altro sia dedicato a una “signora in bianco”? O ancora, come mai un notissimo drink sia ititolato all'”uomo di strada”?
Parliamo ovviamente di Monkey Gland, White Lady e Boulevardier. Spesso, dietro ai nomi dei cocktail, si celano curiosità insospettabili, riferimenti a personaggi, luoghi o situazioni di cui si è persa nel tempo la memoria.
Nello specifico, i tre cocktail di cui parliamo oggi sono accomunati da fatto di essere stati creati – con ogni probabilità – dal grande bartender Harry MacElhone all’epoca del Proibizionismo.
Ecco dunque perché White Lady, Boulevardier e Monkey Gland si chiamano così.
White Lady
Le teorie sul nome di questo drink – a base di gin e triple sec – sono tre, legate ad altrettante ipotesi sulle sue origini. La più attendibile ne attribuisce la creazione, appunto, a Harry MacElhone, che avrebbe preparato il primo White Lady a Londra nel 1919, nel Ciro’s Club in cui lavorava all’epoca, per una donna vestita di bianco che ebbe un malore dopo essere entrata nel locale: secondo la leggenda, subito dopo avere bevuto il drink la signora si riprese.
Non mancano però altre teorie campanilistiche: stando ad alcune fonti francesi, il nome White Lady sarebbe un omaggio all’opera “La Dama Invisible” di François-Adrien Boieldieu, mentre negli Stati Uniti alcuni autori sostengono che il cocktail sarebbe stato dedicato alla mitica cantante jazz Ella Fitzgerald, che cantava “Sophisticated Lady” in abito bianco.
Boulevardier
Stando alla versione più accreditata, anche questo drink (una sorta di “zio d’America” del Negroni con bourbon al posto del gin, anche se i due cocktail hanno origini indipendenti l’uno dall’altro) sarebbe nato all’Harry’s Bar di Parigi in epoca proibizionistica per opera di Harry MacElhone, che successivamente, nel 1927, lo citò per la prima volta nel suo libro “Barflies and Cocktails“. Il famoso bartender avrebbe realizzato il drink per Erskine Gwynne, scrittore americano espatriato in Europa durante il Proibizionismo ed editore di un mensile di moda che si chiamava proprio Boulevardier.
Lo stesso MacElhone dedica alla rivista alcune pagine del già citato libro: in un acrostico, ogni lettera della parola boulevardier diventa l’iniziale di un distillato, di una bibita o di un drink: Bacardi, Orangeade, Uranite, Lemondade, Evian, Vodka, Absinthe, Rhum. Dubonnet, Ink, Egg Nogg, Rye.
In Francia, durante la Belle Epoque, col termine boulevardier (da boulevard, ovvero strada) si indicava un “uomo di strada“, nel senso di mondano, navigato, arguto.
Monkey Gland
Altro cocktail che avrebbe visto la luce all’Harry Bar di Parigi a fine 1920: in questo caso Harry MacElhone lo avrebbe dedicato allo scienziato Serge Voronoff, divenuto famoso all’epoca per avere proposto un controverso metodo di ringiovanimento maschile, basato sull’innesto di testicoli di scimmia.
Sperimentata su alcuni anziani francesi, la cura si rivelò fallimentare, tuttavia MacElhone decise di ispirarsi alla vicenda creando un drink con gin, succo d’arancia, granatina e assenzio, che potesse davvero migliorare la virilità. Il Monkey Gland, ovvero appunto “testicoli di scimmia”.
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