Il primo sabato di febbraio si celebra ogni anno la giornata dedicata al Pisco Sour, cocktail simbolo del Perù ma sempre più diffuso anche da noi.
Il motivo? Semplice: da qualche anno ha ottenuto una certa popolarità anche in Europa il pisco, distillato di mosto d’uve prodotto in Cile e, appunto, in Perù.
Per quanto riguarda il Pisco Sour, il cocktail più conosciuto a base di questo ingrediente, pare che la paternità sia da attribuire a Victor Morris, un americano espatriato nel 1903 in Perù per lavorare nelle miniere. Nel 1916 si trasferì a Lima e aprì il Morri’s Bar dove, probabilmente influenzato da drink come il Whisky Sour, ne realizzò la versione a base di pisco.
Riccardo Rossi
“Alla sua morte, nel 1929, il bar chiuse i battenti ma il Pisco Sour non perse un grammo di popolarità. Anzi. Ormai famoso in tutta Lima, continuò a essere riproposto nei bar degli alberghi dai barman che avevano appreso la ricetta. E Mario Bruiget, una volta approdato all’Hotel Maury, pare l’abbia perfezionata aggiungendo il bianco d’uovo e il bitter. Tuttavia non è sicuro: Wondrich in Imbibe! afferma che in opuscolo del 1903 (Nuevo Manual de Cocina a la Criolla: Comida) ci fosse la ricetta di un drink definito Cocktail costruito con pisco, lime, zucchero e bianco d’uovo, preparato in tecnica Shake and Strain”, racconta Riccardo Rossi, massimo esperto di pisco in Italia e tra i più accreditati a livello mondiale.
Dal 2011 il Pisco Sour è entrato a far parte della lista dei cocktail ufficiali Iba.
La ricetta del Pisco Sour
Tecnica:
Shake and Strain
Bicchiere:
Calice
Ingredienti:
60 ml pisco
30 ml succo di limone fresco
20 ml sciroppo di zucchero
1 albume d’uovo