Bollizine: La guida all’analisi acustica del perlage.
D’ora in poi quando si brinda non sarà più solo il tintinnio del cristallo a regalare la poesia del suono gioioso e augurale ma impareremo ad ascoltare la musica delle stesse bollicine che salgono lungo il calice.
“Lo champagne, se si ha tempo per ascoltarlo, fa lo stesso rumore, nella sua schiuma e nelle sue bollicine, del mare sulla sabbia.” In questa stagione in cui il mare ce lo sentiamo addosso, e il suo suono è musica, ci piace parlare di Bollizine, autore Tommaso Caporale, edita da Cinquesensi, partendo da Max Jacob. La prima guida che valuta la qualità degli spumanti dall’analisi acustica del perlage ricorrendo a un metodo (Metodo Caporale) che indaga il suono emesso dalle bollicine in un calice subito dopo la mescita. E gli spumanti, che siano metodo classico o charmat, si raccontano attraverso le loro vibrazioni.
Poesia allo stato puro verrebbe da pensare e per quanto in parte lo sia, così come lo è il profumo al naso in una seconda fase, e il gusto al palato da ultimo, Tommaso Caporale, sommelier ma anche ingegnere informatico, attraverso l’aiuto di un algoritmo, ha elaborato i suoni, li ha analizzati e raffigurati graficamente. Quindi siamo ben oltre la poesia.
Distribuzione, ampiezza, andamento nel tempo delle frequenze delinea le caratteristiche sensoriali dei vini. Perfino il bouquet gusto-olfattivo.
I risultati ottenuti hanno rivelato uno scenario straordinario: dall’interpretazione delle frequenze è possibile infatti risalire alla tipologia del vino spumante e alle sue caratteristiche organolettiche/sensoriali, oltre che individuarne le differenze in termini di dosaggio zuccherino e vitigno utilizzato.
E a proposito di vitigno è Riccardo Cotarella, tra gli enologi più noti in Italia, ad affermare: “Ascoltare la ‘voce’ di un vitigno ci mette dinanzi ad un nuovo paradigma interpretativo dal punto di vista enologico. Si aprono nuovi scenari, nuove strade, nuove frontiere a cui tendere”.
Molto più emozionale e quasi orientato al wellness l’approccio di Simone Rugiati: “L’ascolto è l’ultima fase di percezione, quella che mancava per aumentare le vibrazioni positive delle bollicine, che nascono già fuori dalla bottiglia e fungono da ‘reset’ per la mente, allontanando tutte quelle frequenze negative che ci circondano”.
Ma andando invece a vedere, o ad ascoltare, i risultati emersi da questa guida di nuova generazione, quali spumanti si classificano tra i più “intonati”? Quali le etichette salite sul podio e e che hanno portato a casa, o meglio in cantina, i premi Diapason?
Su 160 etichette recensite sono 20 le etichette premiate con il Diapason Platinum, il riconoscimento destinato a tutti quei vini spumanti e frizzanti che hanno raggiunto l’eccellenza quanto ai risultati “sonori”.
Sul podio per il Metodo classico, un Franciacorta Docg, il Satèn 2019 di Barboglio de Gaioncelli di Corte Franca (Bs) che ha riscontrato il massimo livello di complessità frequenziale.
Per la tipologia Metodo Martinotti–Charmat, tra i bianchi, il più ricco di frequenze è risultato il Farnito Brut della toscana Carpineto, prima cantina a spumantizzare nella zona del Chianti, molto nota anche per i grandi rossi.
La maggiore ampiezza di frequenze si è riscontrata nel Prosecco Doc Rosé di Col De Mar.
E non sarà allora che l’analisi sensoriale classica è stata ormai superata? Chiediamo all’autore prima che parta per la prossima tornata di presentazioni in giro per l’Italia.
“Sì fermarsi all’analisi sensoriale classica è ormai anacronistico e riduttivo. Il suono della bollicina diventa un’esperienza archiviabile e trasmissibile oltre a costituire un elemento di anti sofisticazione. Ascoltare le bollicine è un modo nuovo ed affascinante che aggiunge una dimensione quasi metafisica alla degustazione. Imparare a riconoscere uno spumante dalla sua “voce” significa immergersi nella sua identità, viverne le vibrazioni e scoprirne la vera personalità.”