Parliamo di shaker, tra storia e curiosità. Sai quando e perché si diffonde il modello in vetro? Hai idea di quale sia stato l’antenato di questo strumento? E ancora: ti ricordi come veniva chiamato in Italia all’epoca del fascismo?
Shaker: la preistoria. Sai qual è stato l’antesignano?
Ok, non è uno shaker inteso come strumento per fare i drink. Però… è curioso.
Già nel 1520 Cortes scrive al re Carlo V di Spagna che a Montezuma viene servita una bevanda a base di cacao agitata in un cilindro d’oro. Un antesignano dello shaker!
Shaker: la storia
ORIGINE
Gli skaker nascono a fine Ottocento, in concomitanza con la rivoluzione industriale e l’era arcaica della mixology.
Il primo shaker? Forse, un Boston formato da due contenitori che si univano e venivano scossi. Ma non fu mai brevettato.
MOMENTI D’ORO
A diffondere gli shaker nelle case degli Americani è stato il Proibizionismo che, tra gli altri effetti, aumentò il numero di bartender amatoriali casalinghi.
Tra gli Anni ’20 e ’30 in Italia viene chiamato “L’Agitatore”.
La sua consacrazione avviene negli Anni ’60, quelli del boom economico, quando si diffonde la moda di creare il proprio angolo bar a casa.
CURIOSITÀ: IL BOOM DEGLI SHAKER IN VETRO
La produzione di shaker in vetro prende piede in USA a partire dai primi anni Quaranta, quando il governo americano -entrato in campo nella Seconda Guerra Mondiale- decise di utilizzare tutto il metallo per lo sforzo bellico.
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it.
Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication.
Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine.
Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.