Tenetelo presente: è (di nuovo) tempo di disco drink. Non arricciate il naso, leggete e pensateci in vista del nuovo menù estivo.
Non c’è dubbio. I disco drink sono l’emblema dell’era buia della mixology americana, che abbraccia il ventennio tra gli anni ’70 e la fine dei ’90.
“All’epoca i cocktail erano creati per un consumo in discoteca, come l’Harvey Wallbanger, il Blue Hawaii (ideato al Kaiser Hawaiian Village di Honolulu -ora Hilton Hawaiian Village Waikiki Resort- per sostenere l’uso del blu curaçao, ndr.), i numerosi Breeze e il Midori Sour. In generale molto dolci e colorati, erano più belli che buoni”, ricorda Dom Costa, mixologist expert di Velier.
I disco drink anni ’70 sono però tornati in auge. Certo, non sono più preparati come allora. Parliamo di ricette perfezionate, più equilibrate, più green, più gustose. “Negli Stati Uniti il trend è già esploso, da noi arriverà quest’estate”, commenta il celebre bartender e naso Oscar Quagliarini.
Ribadiamo il consiglio: fateci un pensiero!

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