Nato più di cent’anni fa, il Last Word è un cocktail creato per un pubblico di sportivi, visto che fece la sua prima apparizione in un athletic club. Ecco 3 curiosità da scoprire su questo drink.
Quasi dimenticato per molto tempo, il Last Word è tornato in auge negli ultimi anni, al pari di altri cocktail dell’era pre-proibizionista. Ancora oggi, però, pochi conoscono
la storia di questo cocktail a base di gin, Chartreuse verde e maraschino, nato in era pre-proibizionista.
Scopriamo allora tre curiosità per conoscere meglio un grande classico della mixology.
3 curiosità sul Last Word
1. Non si sa di preciso chi abbia creato la ricetta. Qualche tempo fa si credeva che il cocktail fosse nato durante il Proibizionismo, ma alcune ricerche condotte poco meno di vent’anni fa dal bartender St. John Frizell hanno comunque appurato che questo drink era presente già nel 1916 nel menu del bar del Detroit Athletic Club, dove venne creato in quel periodo a opera di un ignoto bartender.
2. Sprofondato nell’oblio dagli anni ’60, il cocktail è stato riscoperto nel 2004 da Murray Stenton, che lo notò all’interno di un vecchio ricettario di Ted Saucier del 1951 e lo inserì nella drink list del Zig Zag Cafè di Seattle. Diventando in breve tempo popolare in città, poi in tutti gli Stati Uniti (grazie anche ad Audrey Saunders, che lo propose al Pegu Club di Manhattan) e infine anche in Europa.
3. La scarsa notorietà del Last Word fra gli anni ’60 del Novecento e i primi anni del nuovo millennio si riflette anche nelle liste Iba, che non hanno mai incluso questo cocktail fino alla sesta edizione, quella del 2020, in cui apparve nella categoria Unforgettables. All’interno della quale è stato ovviamente confermato anche nell’ultima codifica, pubblicata pochi mesi fa. Di seguito la ricetta ufficiale.
La ricetta Iba del Last Word
Tecnica:
Shake
Bicchiere:
Coppetta a cocktail
Ingredienti:
22,5 ml gin
22,5 ml Chartreuse verde
22,5 ml maraschino
22,5 ml succo di lime fresco
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