Oggi il tour arriva in Finlandia, paese che vanta una cultura plurisecolare nella produzione della bevanda: leggenda narra, infatti, di una produzione risalante all’epoca medioevale.
Festa nazione è il 13 ottobre: il ‘Giorno della birra finlandese’ , il sahiti, e si celebra anche la nascita del primo vero e proprio birrificio, il Synebrychoff.
Nelle ultime settimane, il tour ha visitato tre continenti e raccontato storie molto diverse fra di loro del panorama brassicolo mondiale: prima è passato in Etiopia, dove sono presenti numerosi piccoli birrifici tutti di proprietà delle multinazionali del settore, poi si è trasferito in Oceania alle isole Fiji, dove esiste un solo birrificio, e la scorsa settimana è stato in Asia, nelle Filippine, per raccontare la curiosa storia della San Miguel.
Oggi, il viaggio torna in Europa, in Finlandia, una terra che, contrariamente a quanti probabilmente credono, vanta una cultura plurisecolare nella produzione della bevanda: attualmente, vi sono infatti un centinaio di produttori artigianali che creano birre uniche utilizzando anche le materie prime offerte dal territorio, come avviene nella vicina Estonia.
Da un lato questa massiccia presenza di microbirrifici, in un Paese di soli cinque milioni e mezzo di abitanti (la cui quasi totalità residente fra la capitale Helsinki e la parte meridionale del Paese), può stupire, dall’altro questo è il risultato di una tradizione che affonda le radici nella storia: la leggenda narra infatti di una prima produzione di birra in queste terre risalente all’epoca medioevale.
Se però riguardo a questa notizia non vi sono informazioni documentali, la prima testimonianza scritta riguardo alla produzione della bevanda in Finlandia risale al 1792 e, di fatto, sancisce la nascita di quella che è la birra tradizionale finlandese: il sahiti. Un prodotto la cui centralità nella storia del Paese è dimostrata dal fatto che a questo evento è dedicato un giorno di festa nazionale: il 13 ottobre è infatti il ‘Giorno della birra finlandese’ che celebra anche la nascita del primo vero e proprio birrificio, il Synebrychoff, fondato ad Helsinki nel 1819.
SAHITI E LE SUE VERSIONI
L’etimologia della parola finnica sahiti è incerta, ma, con ogni probabilità, deriva dal termine della lingua germanica saf, il quale si è poi trasformato nella parola scandinava saft, che significa “succo“.
La bevanda, della quale oggi esistono sia versioni artigianali che commerciali, viene preparata con materie prime che includono, oltre al malto d’orzo, anche altri cereali (segale, orzo, grano ed avena) e, generalmente, il luppolo i quali vengono fermentati con l’aiuto del lievito solitamente impiegato per produrre il pane. Alcune versioni prevedono l’utilizzo del ginepro.
A seconda del produttore, e degli ingredienti scelti per variare la ricetta originale, cambiano notevolmente sia il colore con cui si presenta (si passa dal giallo chiaro al marrone scuro) sia la gradazione alcolica che varia dal 6 al 12%;una caratteristica comune a tutte, è invece quella di presentare un gusto lievemente zuccherato.
Le peculiarità uniche che la distinguono da tutte le altre birre, sono date dal metodo di lavorazione che prevede che la birra non sia né pastorizzata né filtrata e che la fermentazione non venga interrotta. La ricetta prevede inoltre che vengano utilizzate solo materie prime tradizionali, senza l’aggiunta di additivi: questo è il motivo per cui la sahti è una delle ultime d’Europa a poter essere definita ‘birra antica’, come dimostra il riconoscimento di ‘specialità tradizionale garantita’ ricevuto dall’Unione Europea.
LA WASTES POTENTIAL IMPERIAL
Come visto, in Finlandia esistono circa un centinaio di piccoli birrifici, riflesso di una cultura brassicola plurisecolare, che si distinguono sia per l’originalità con cui interpretano la ricetta base della bevanda, sia per i metodi alternativi in fase di produzione: è il caso dell’Ant Brew di Lahiti, cittadina che sorge ad un centinaio di chilometri dalla capitale Helsinki.
Qui la birra viene prodotta utilizzando escrementi d’oca per affumicare il malto e creare una birra scura, una stout: la ‘Wasted Potential Imperial’. Un progetto molto originale ed innovativo che sposa l’idea di economia circolare in un’ottica di sostenibilità ambientale, un tema sempre più importante. Questo inoltre si è rivelato un mezzo efficace per sollevare in Finlandia la discussione su temi quali lo spreco alimentare ed il riutilizzo dei rifiuti.
Il proposito è nato quando Lahiti è stata nominata ‘Capitale verde d’Europa 2021’, un importante riconoscimento per la città che ha indotto il birrificio a cimentarsi nella creazione di birre senza sprechi: la serie, chiamata ‘Wasted potential’, prevede anche l’impiego di erbe selvatiche e rifiuti alimentari.
In una recente intervista Kari Puttonen, proprietario e fondatore dell’azienda insieme ad altri soci, ha spiegato che gli escrementi vengono raccolti nei parchi locali dove le oche, e anche altri animali, stanno creando diversi problemi: diventa quindi anche un modo per contribuire al decoro urbano.
Produttori artigianali finlandesi che, come dimostra questo esempio, non difettano d’inventiva e reinterpretano a modo loro la ‘craft beer revolution’, ovvero quel movimento di natura planetaria che, negli ultimi anni, ha portato alla costante nascita di birre artigianali prodotte con materie prime locali o, in fase di produzione, a impiegare materiali di riciclo.




