Dopo la tappa in Liberia, il tour alla scoperta dei prodotti brassicoli realizzati nel mondo torna in Europa e approda nella piccola Repubblica balcanica (2 milioni di abitanti) il cui nome, fin dai tempi della disgregazione dell’ex Jugoslavia, è stato al centro di una lunga disputa causata dall’ambiguità della nomenclatura.
Nella confinante Grecia infatti esiste la regione della Macedonia che non deve essere confusa con quella che diede i natali ad Alessandro Magno e corrispondente all’attuale Stato macedone: la disputa è stata risolta con l’accordo del lago di Prespa siglato il 12 giugno 2018 che ha modificato il nome del Paese da ‘Repubblica di Macedonia’ a ‘Repubblica di Macedonia del Nord’.
Focalizzando l’attenzione sul panorama brassicolo macedone, scopriamo che anche le popolazioni che abitavano queste terre nell’antichità conobbero la birra già nel VII secolo a.c. quando intrapresero rapporti commerciali con diverse popolazioni dell’Asia e con gli egizi che producevano una bevanda, il vino d’orzo, molto simile agli odierni prodotti brassicoli.
Molti di loro però la consideravano una bevanda ‘barbara’, di scarso valore rispetto al vino, nonostante entrambe venissero utilizzate anche per scopi terapeutici: per questo motivo, fino al XX secolo, le antenate delle odierne birre, in quest’area, non saranno particolarmente apprezzate e a queste verranno preferiti i vini prodotti localmente e i distillati tradizionali raki ed ouzo.
Non tutti però la pensavano allo stesso modo: per questo motivo, già all’epoca, presso alcuni gruppi etnici dell’attuale Macedonia del Nord, si produceva quella che tutt’oggi è la birra tradizionale locale per eccellenza (la cui produzione poi si sarebbe estesa a tutta l’area balcanica, agli altri Paesi dell’Europa orientale, alla Grecia e alla Turchia) ovvero la boza.
Si tratta di una bevanda a base di malto, in origine prodotta utilizzando il miglio, ingrediente base ancora usato (insieme al grano). Si produce anche con mais e grano e con grano fermentato: tutti i cereali, in genere, sono adatti alla produzione di questa birra tradizionale.
Possiede una bassa gradazione alcolica (di solito circa l’1%), anche se in passato probabilmente si avvicinava molto di più al concetto di birra non luppolata. La determinazione accurata dell’origine della Boza è difficile, poiché bevande alcoliche a base di miglio erano già note ad alcune delle numerose antiche civiltà presenti in questa area.
Ai tempi dell’Impero ottomano (che conquistò questo territorio nel XV secolo), ad esempio, la produzione di boza costituiva un’importante attività commerciale, motivo per cui furono fondati molti locali per la produzione ed il consumo (chiamati Bozahâne).
Per quanto riguarda la produzione delle moderne birre invece il panorama macedone è piuttosto variegato grazie alla presenza di numerosi piccoli birrifici e svariate referenze: questo aspetto certifica che anche qui è arrivata la ‘craft beer revolution’, ovvero quel movimento che si propone di rivisitare i tradizionali stili brassicoli utilizzando materie prime locali.
Uno dei rappresentanti maggiormente apprezzati di questa tendenza è il Temov Craft Brewery situato nelle vicinanze della capitale Skopje. Fra le referenze della casa troviamo la chovekot premium ipa con una gradazione alcolica del 6%: si presenta di colore ambrato e, oltre agli aromi di malto e caramello, mette in risalto il profumo dei fiori raccolti localmente.
Un’altra interpretazione dello stile India pale ale, viene offerta dal microbirrificio Pivolabs con la black Ipa Kalesh, una delle birre maggiormente apprezzate in Macedonia del Nord secondo il portale Rate Beer: con un’abbondante schiuma beige, presenta aromi di frutti di bosco, cioccolato e vaniglia.
Queste, e altre piccole realtà, stanno lentamente sottraendo quote di mercato all’ unico birrificio industriale del Paese, il Pivara Skopje, fondato nel 1924 e di proprietà del gruppo Heineken. La referenza di punta della casa è la birra Skopsko: si tratta di una lager con una gradazione alcolica del 4,9% di color giallo dorato che mette in risalto aromi di succo di ananas e luppoli fruttati.
Un panorama brassicolo quindi molto variegato quello macedone, che dimostra come anche qui la birra, dopo che per secoli è stata considerata una bevanda ‘barbara’ come nella vicina Grecia, si sia sempre più radicata nelle tradizioni culturali della popolazione locale.