Seconda tappa in Africa per il viaggio alla scoperta dei prodotti brassicoli del mondo: dopo che la scorsa settimana era approdato in Marocco, il tour infatti sbarca sull’isola situata nell’Oceano Indiano, all’estremità orientale.
Mauritius che detiene uno dei pil pro capite africani più alti grazie anche al fatto di essere da sempre una democrazia stabile, con elezioni libere e regolari, motivo per cui attrae importanti investimenti dall’estero: questo, insieme alla continua crescita del turismo, rende solida l’economia mauriziana e di questo beneficia anche il panorama brassicolo nazionale.
La piccola ex colonia britannica (indipendente dal 1962) infatti, nonostante una popolazione di soli 1,3 milioni di abitanti, presenta alcuni piccoli birrifici indipendenti che esportano i loro prodotti all’estero riscuotendo anche un certo successo ai concorsi internazionali di settore.
Questo, in modo particolare, è il caso del Phoenix beverages, fondato nel 1960, le cui birre, a partire dal 1976 e fino al 2014, hanno ottenuto ben 20 medaglie: la quasi totalità di questi riconoscimenti è equamente suddivisa fra due referenze ovvero quella che porta lo stesso nome del birrificio e la Blue Marlin.
La Phoenix beer, lanciata sul mercato nel 1963, è una lager con una gradazione alcolica del 5%: si presenta di color giallo dorato con un’abbondante schiuma. Il profilo aromatico mette in risalto note maltate alla quale si aggiungono sentori di caramello.
La seconda invece, in produzione dal 1990 ed una delle più apprezzate dai mauriziani, è una pale lager con un contenuto alcolico superiore, 6%, di colore giallo dorato leggermente più scuro rispetto agli standard dello stile e con aromi di miele, frutta secca e biscotti.
Merita una menzione anche il Flyng Dodo Brewery, ovvero ‘il birrificio del dodo volante’ (uccello endemico dell’isola, estintosi nel XVII secolo a causa dell’avvento dei primi colonizzatori, che, come caratteristica principale, aveva quella di non saper volare. Questo il motivo per cui, scherzosamente, sulle etichette delle bottiglie viene raffigurato ai comandi di un piccolo aereo).
Aperto nel 2012, oltre a produrre 20 birre nel solco delle principali tradizioni brassicole sia europee che americane, è proprietario dell’unico beer shop dell’isola con annesso ristorante dove, su una parete interna, campeggia il motto della piccola realtà produttiva: ‘innovazione tramite passione’.
La referenza della casa maggiormente apprezzata, secondo le fonti, è l’omonima witbier, ovvero la birra di frumento realizzata secondo i canoni dello stile fiammingo: per questo motivo si presenta di color giallo chiaro con profumi di limone, coriandolo ed erbe aromatiche.
In questo sorprendentemente variegato panorama brassicolo, trova posto anche la birra tradizionale realizzata da secoli con un prodotto che si trova esclusivamente su quest’isola: la varietà di banana rossa ‘Musa acuminata’ caratterizzata dalla polpa di colore avorio o crema, semi-morbida, avvolta da una buccia spessa di colore che va dal rosso mattone fino al marrone.
La preparazione, per la quale si utilizzano anche alcuni cereali fra cui il miglio, comporta un procedimento relativamente lungo e difficoltoso nel quale, come primo passaggio, le banane vengono raccolte dalla pianta e conservate sopra un camino o appese al soffitto delle capanne tradizionali dove la temperatura è sufficientemente elevata da accelerare il processo di maturazione.
Quando il frutto è maturo (di solito occorrono 5-7 giorni), la buccia viene rimossa e la polpa viene bollita in acqua finché la mistura non assume una colorazione marrone rossastra: le banane mature ,sbucciate ,vengono cotte fino ad ammorbidirsi e lasciate raffreddare per 2-3 giorni.
A questo punto, la polpa di banana viene allungata con altra acqua e filtrata attraverso uno strato di erba e felci che vengono sovrapposte a grandi foglie di banana poste su una vasca inclinata: il liquido filtrato viene fatto riposare per alcune ore prima di essere miscelato con della farina di miglio maltato. La miscela viene quindi lasciata fermentare per 1-2 giorni fino ad ottenere una bevanda dal tenore alcolico relativamente elevato.
Spesso fa parte della dote delle giovani spose e viene servito in occasione di banchetti nuziali e cerimonie funebri: si tratta infatti di un prodotto tradizionale che viene realizzato da sempre sull’isola, ad ulteriore dimostrazione di come i prodotti brassicoli accompagnino da secoli la storia di popolazioni e civiltà di tutto il mondo.