Con l’introduzione del sidro arriva una nuova rivoluzione nel panorama brassicolo italiano.
Una delle novità più importanti presenti nella nuova edizione della ‘Guida alle Birre d’Italia’ è un’ampia sezione dedicata al sidro: da qualche tempo infatti numerosi birrifici italiani stanno lanciando sul mercato birre realizzate con l’impiego di fermentati di mele o pere.
I due curatori della guida, Eugenio Signoroni e Luca Giaccone, hanno ritenuto che fosse arrivato il momento di dare spazio anche ai produttori di sidro investendo Marco Manfrini – primo pommelier italiano – del ruolo di referente per lo sviluppo di questa parte della pubblicazione.
Il lavoro ha permesso di ottenere una fotografia dettagliata di un mercato ancora in forma embrionale, ma con grandi potenzialità all’orizzonte, e che può rappresentare una soluzione interessante per i sempre più numerosi microbirrifici italiani che vogliono realizzare prodotti di qualità.
L’attività è stata suddivisa in tre fasi: la raccolta dei campioni di sidro da tutta Italia, la realizzazione di un banco di assaggio ed infine la scrittura della guida. In tutto sono stati raccolti indicativamente 90 sidri da circa 40 produttori. Successivamente, presso lo Scott Duff pub di Milano, è stato allestito il primo banco di assaggio di sidro italiano.
Quello che il lettore si trova davanti, è una raccolta di circa sessanta varietà di sidro divise in cinque categorie: moderno, tradizionale, a base di pere, aromatizzato e speciale. Questa distinzione è dettata dal tipo di mela utilizzata nella produzione della bevanda.
Varietà nuove di mele, ampiamente coltivate e utilizzate anche per i pasti, infatti daranno origine ad un sidro moderno, mentre varietà antiche, poco diffuse, tipiche di un piccolo territorio creeranno un sidro tradizionale. Ulteriori importanti distinzioni vengono fatte in base alla tipologia di lievito utilizzato e alla tecnica di rifermentazione impiegata.
Nella guida si sottolinea come le combinazioni di materie prime, lieviti e tecniche di rifermentazione diano vita ad un numero altissimo di variazioni del prodotto: questo il motivo per cui è stato possibile reperire un numero cosi elevato di sidri italiani nonostante questo sia un mercato ancora da sviluppare.
Marco Manfrini ha spiegato: “Raccogliere i sidri da tutta Italia per questo progetto, nonché organizzare nel poco tempo a disposizione un banco di assaggio così vasto e diversificato trovando i criteri corretti per la classificazione, è stato davvero molto impegnativo, ma allo stesso tempo si è trattato di una bellissima avventura che ha arricchito la nostra banca dati di degustazione e generato nuove idee per il futuro”.
La presenza delle birre di sidro nella nuova edizione della ‘Guida alle birre d’Italia’, farà conoscere questo prodotto ad un numero maggiore di appassionati dei prodotti brassicoli, sempre desiderosi di degustarne nuove versioni: anche quelle a base di sidro, presenti da molto tempo nella cultura birraria di alcuni Paesi fra i quali il Regno Unito.