L’anno di Slow food inizia con il riconoscimento di un altro prodotto tipico italiano come Presidio Slow food: si tratta del torrone di Caltanissetta, un dolce tradizionale che viene prodotto non solo durante il periodo natalizio, ma tutto l’anno.
Pochi ingredienti e tanto tempo di lavorazione, questo il segreto del dolce che trae origine da tre sole materie prime: miele, mandorle e pistacchi. Nessuno zucchero, nessun conservante, nessun ulteriore ingrediente. Quello che fa la differenza dunque è solo la ricetta e soprattutto l’esperienza degli artigiani che lo producono da sempre, tramandandosi arte e trucchi del mestiere da generazioni. Uno dei segreti è aggiungere la frutta secca nel momento corretto, quello in cui il miele ha perso completamente il suo contenuto di acqua; va poi garantita, in tutto, una cottura di circa otto ore, dopo le quali l’impasto va steso, fatto raffreddare, e composto nella tradizionale forma allungata.
«I tre ingredienti che vengono impiegati sono caratteristici del nostro territorio» spiega Stefania Fontanazza, referente Slow Food del neonato Presidio. «Il mandorlo e il pistacchio sono due coltivazioni piuttosto diffuse: se il primo, negli ultimi anni, ha vissuto un periodo di crescita in termini di ettari, del secondo non c’è soltanto quello famosissimo di Bronte. Più vicino a noi c’è infatti quello di Raffadali, in provincia di Agrigento». E poi c’è il miele, «un millefiori con una percentuale significativa di sulla e achillea, due essenze della nostra zona»
Un prodotto che rappresenta oltre un secolo e mezzo di storia di pasticceria, che Slow Food cerca di difendere dai prodotti industriali favorendo la nascita di una filiera completa che garantisca la qualità delle materie prime e della produzione, anche consentendo il mantenimento di un prezzo di vendita adeguato che retribuisca in maniera corretta tutta la filiera e consenta dunque la sopravvivenza di questa specialità italiana e di chi lavora per la sua realizzazione.