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La birra di qualità non sempre è la più costosa

La birra di maggior qualità è sempre quella più costosa? Un test svolto in svizzera dimostra che può non essere vero.

Quando ci accingiamo ad acquistare una birra, o un qualsiasi altro prodotto, ci aspettiamo che più sale il prezzo di vendita al dettaglio, più si elevi il livello qualitativo dell’oggetto dei nostri desideri: una regola che è sempre valida, ma con alcune eccezioni.

In Svizzera, infatti, un gruppo di ricercatori ha fatto assaggiare alla cieca ad alcuni volontari, di età compresa fra i 19 e i 41 anni, 12 birre analcoliche  scoprendo che la migliore era proprio la più economica, venduta in una nota catena della grande distribuzione presente anche in Italia.

Prima di scoprire di quale referenza si tratti, vogliamo sottolineare come quello della birra senza alcol, secondo numerosi addetti ai lavori, sarà uno dei settori dell’universo dell’antica bevanda destinato a crescere maggiormente nei prossimi anni: lo dimostrano le statistiche e non solo dato che, un numero in costante crescita di produttori di tutte le dimensioni, ha lanciato sul mercato la propria versione di questa tipologia brassicola.

Per quanto riguarda il palcoscenico internazionale infatti, dopo che per diversi anni   ha suscitato l’interesse solo dei big del settore, la bevanda ha iniziato a diffondersi anche nelle produzioni artigianali sia europee che americane: la medesima evoluzione è in atto anche in Italia, seppur ancora molto lentamente.

Lo dimostra il fatto che, all’importante fiera di settore ‘Beer & food attraction’ svoltasi lo scorso mese di febbraio a Rimini, erano presenti quattro produttori nostrani con altrettante birre analcoliche: questa, senza dubbio, è stata una delle novità che ha suscitato il maggiore interesse durante tutta la manifestazione.

Secondo una ricerca pubblicata dall’istituto di statistica Global Market Insights, inoltre, il mercato delle birre analcoliche a livello mondiale è destinato a crescere notevolmente nei prossimi anni, fino a raggiungere, nel 2026, il valore di 29 miliardi con una crescita annua prevista del 7,5%.

Schützengarten Alkoholfrei

Tra i principali motivi che incentiverebbero i consumatori ad un maggiore acquisto di questa tipologia di bevanda, ci sarebbero la maggiore disponibilità economica nei Paesi in via di sviluppo e l’aumento della domanda di birre più leggere sia per quanto riguarda il contenuto alcolico che quello calorico: a questo si aggiunge il desiderio di un’alternativa in contesti sociali nei quali si evita l’alcool per motivi religiosi.

Durante la lavorazione di questa particolare tipologia di birra, infine, vengono adottate delle tecniche specifiche, come ad esempio la preparazione di un mosto con un contenuto assai limitato di zuccheri: proprio per questa ragione, le birre analcoliche necessitano di essere aromatizzate con degli ingredienti extra, indispensabili per dare un aroma intenso e gradevole al prodotto finale. Per ottenere questo risultato, ad esempio in Italia si utilizzano il basilico, il limone, alcune infusioni di frutti di bosco o tropicali, il caffè, oppure botaniche come la genziana, il coriandolo e la cannabis.

Tornando quindi al test, ideato dalla rivista dei consumatori svizzeri K-Tipp, questo aveva come obiettivo quello d’individuare il miglior prodotto brassicolo senza alcol per quanto riguarda il profilo aromatico: i risultati hanno sorpreso i promotori dato che tutte le birre proposte sono state apprezzate e solo due si sono distinte, una in positivo e l’altra in negativo.

La “Schützengarten Alkoholfrei”, prodotta vicino a San Gallo, è stata infatti l’unica a ricevere una valutazione complessiva insoddisfacente: gli assaggiatori l’hanno giudicata “stantia e acquosa” e hanno notato uno sgradevole retrogusto di burro e verdure.

La migliore, invece, è stata la Finkbräu, prodotta in Austria e venduta anche in Italia da una medesima catena di discount: l’aspetto più curioso, sempre secondo gli ideatori del test, è stato proprio il fatto che si trattava della birra più economica tra tutte quelle fatte provare.

birra Finkbräu

Le persone che l’hanno assaggiata, ne hanno apprezzato il sapore rinfrescante e un piacevole gusto di lievito e pane. Un altro aspetto emerso, è il fatto che nessun membro della giuria ha capito di aver consumato delle birre analcoliche e c’è addirittura chi (3 tester) ha dichiarato di sentirsi un po’ euforico.

Una prova, quella svolta oltralpe, che mette quindi in evidenza come, in generale, l’abilità dei mastri birrai di tutto il mondo stia facendo in modo che, per quanto riguarda gli aromi ed i sapori, le birre analcoliche assomiglino sempre di più a quelle tradizionali: questo uno dei motivi principali per il quale, come prospettato da numerosi addetti ai lavori, il mercato di questo settore crescerà rapidamente nei prossimi anni.

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