Il piccolo gioiello pugliese Capitale della Cultura per la Puglia nel 2024, mostra per l’estate un cartellone di eventi da Capitale
Una Capitale della Cultura di poco più di 11 mila abitanti dove l’intreccio tra natura, cultura, umanità e presenza del sacro sono i protagonisti assoluti di un presente vivo e in fermento.
Un fermento come simbolicamente rappresentato fino al prossimo 31 dicembre anche da un cartellone fitto di eventi con mostre, concerti, spettacoli teatrali, performance d’arte, tali da far spiccare il volo a Monte Sant’Angelo Capitale della Cultura per la Puglia. Il volo alla scoperta di un’altra Puglia. Nella città con le ali, la perla del Gargano con due siti Unesco Patrimonio Mondiale, un palinsesto di iniziative multidisciplinari: teatro, musica, arte, poesia.
Un progetto per molti versi incentrato intorno a Michael e alla Via Micaelica che mira ad unire i 7 grandi centri micaelici, dall’Irlanda alla Gran Bretagna, passando per la Francia, l’Italia, la Grecia.
Un itinerario che ripercorre la linea sacra di San Michele. Una linea retta lungo la quale si trovano sette santuari dedicati al culto dell’arcangelo Michele fino ad arrivare ad una delle mete più importanti dei cammini medievali, il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, uno dei più antichi della Cristianità, meta di pellegrinaggi dal VI secolo come uno dei maggiori centri d’Europa dedicato al culto dell’arcangelo-guerriero.
Sacralità e bellezza, laddove la natura ha grandiosità e magnificenza di assoluta suggestione e l’architettura ne fa opera d’arte.
Non a caso la Grotta di San Michele, riconosciuta come una delle grotte sacre più belle al mondo, è l’unica grotta italiana inserita nella Top Ten mondiale stilata dalla National Geographic Society, e il Santuario di San Michele, costruito proprio su quella grotta, tanto da essere considerato una chiesa-grotta, è Patrimonio Mondiale Unesco.
Il nucleo urbano di Monte Sant’Angelo (tra i centri più alti della Puglia, a 800 m), nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, è un borgo antico di rara suggestione incastonato nel cuore della montagna calcarea del Gargano con lo sguardo spalancato sul mare e una vista mozzafiato fino ad arrivare a Marina di Monte Sant’ Angelo, conosciuta anche come Macchia. Terrazze digradanti coltivate e una macchia mediterranea rigogliosa di vegetazione spontanea, alternata a mandorli e carrubi. Versante marinaro di un comune di cultura intrinsecamente montana.
Una natura carsica fitta di grotte e anfratti naturali e un’urbanistica medievale. Un tessuto urbano tutto bianco, serrato quasi, e intricato come un merletto.
Tre quartieri storici o Rioni:
Rione Junno, una rete di vicoli, scalinate e case a schiera dai tetti spioventi.
Rione Grotte, abitazioni basse, scavate nel vivo della roccia.
Rione Carmine con la case più pregevoli che guardano l’Adriatico all’altezza del Golfo di Manfredonia. Quartiere, quest’ultimo, entrato nel 2020 nella rosa dei “Luoghi del cuore” del FAI.
In cima, quasi a mo’ di diadema, un castello fortificato d’impatto scenografico: il nucleo originario è longobardo ma oggi appare nelle fattezze aragonesi; mentre attraverso tutto il centro storico è straordinaria la presenza di chiese monumentali e palazzi storici.
Uno spicchio d’Italia e di Puglia incredibilmente autentico, ancora ricco di angoli da scoprire, scorci e storie di segreta bellezza come quando di giorno la luce del sole avvolge le case di calce di un bagliore folgorante e di notte le luci sotto il cielo stellato ne fanno un presepe palpitante. Non a caso un luogo scelto spesso come set cinematografico.
Tutt’intorno la cornice di verde argenteo dei tanti uliveti che punteggiano il paesaggio, ma anche il verde profondo dei boschi della Foresta Umbra, faggete vetuste e maestose, anche loro Patrimonio Mondiale Unesco.
In questo contesto di una Puglia tutta da scoprire per l’estate 2024 ecco due segnalazioni golose da non perdere:
Taverna LI JALUNTUUMENE, piazza De Galganis 9
Piccolo, attento ai dettagli, in uno degli angoli più romantici del centro storico, da solo merita il viaggio e la sosta. Una cucina di territorio profondamente autentica e ricercata raccontata da uno chef travolgente, Gegè, attraverso tre menu degustazione di cui uno vegetariano.
Pasticcieria GINO BERNABOTTO, Cso. Vittorio Emanuele 89.
Non c’è dolce che non sia un’eccellenza qui ma le Ostie Chiene (piene) nate nel Monastero delle Clarisse quattro secoli orsono sono assolutamente da non perdere. Boccone goloso che mixa la fragile leggerezza delle ostie alla croccantezza delle mandorle tostate e avvolte nel miele, sentore di cannella appena percettibile.
La leggenda narra che un giorno nelle cucine del Monastero della Trinità di Santa Chiara, mentre alcune monache preparavano l’impasto per le sacre ostie, delle mandorle accidentalmente caddero in una ciotola di miele caldo, appena cotto. Una di loro, accortasi del fatto, non avendo all’istante alcunché per raccoglierle, pensò bene di servirsi di due pezzi di ostie; le mandorle, ricoperte di miele, si attaccarono alle ostie formando un unico composto. Cosi nacque l’ostia piena, dolce tipico, particolare nella forma e dal gusto delicato.
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