Presentato a Firenze il nuovo report di Unionbirrai: in sette anni i birrifici italiani sono cresciuti del 102%.
Il documento, realizzato da ObiArt per conto dell’associazione che rappresenta i birrifici della penisola, offre una dettagliata panoramica che analizza il comparto approfondendo i numeri della birra artigianale, delle imprese brassicole italiane e dei consumi.
I risultati dell’indagine sono stati presentati la scorsa settimana a Firenze dal professor Silvio Menghini, coordinatore scientifico di ObiArt, in occasione dell’incontro che ha visto anche la partecipazione di Vittorio Ferraris e Francesco Mancini, direttore generale e consigliere di Unionbirrai.
Un settore in continua crescita, quello della birra italiana, sia in termini di numero di birrifici, che non si è interrotta neanche nel periodo pandemico, sia per quanto riguarda i consumi: secondo il Registro delle imprese, nel 2022, le realtà che producono birra in Italia hanno raggiunto le 1.326 unità occupando un totale di 9.612 addetti diretti, con una crescita rispetto al 2015 del 104% in termini di aziende e del 22% in termini di operatori.
I dati presenti nel documento, intitolato ‘Birra artigianale, filiera e mercati’, offrono una precisa analisi delle attuali condizioni di salute del comparto, con un approfondimento sui numeri della birra artigianale, delle imprese brassicole italiane e dei consumi: viene inoltre evidenziato come l’Italia si collochi al sesto posto a livello europeo (dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda) per numero di birrifici e al nono per volume di produzione con 17,6 mln di ettolitri prodotti nel 2021.
Se a livello geografico i birrifici risultano ormai essere diffusi in tutto il Paese (più rilevante la consistenza delle imprese nel Nord Italia), è però nel Centro Sud che si continuano a registrare gli incrementi più consistenti. Senza dubbio questo dimostra come la cultura della birra si stia diffondendo sempre più in ogni angolo del nostro territorio: un settore che sta crescendo più rapidamente di quello del vino grazie ad abitudini di consumo sempre più variegate.
Il dato più significativo però è quello che riguarda la crescita dei birrifici agricoli (si tratta di quelle realtà che producono anche le materie prime necessarie per fare la birra), di fatto divenuta un’opportunità a partire dal 2010, anno in cui le produzioni della bevanda e del malto sono entrate a far parte delle attività praticabili nelle imprese del settore primario.
Presente in appena un’ottantina di aziende nel 2015, nel 2022 infatti la produzione di birra è arrivata ad essere presente in 290 imprese agricole e oggi rappresenta il 22% di tutti i birrifici nazionali: grazie a questa crescita esponenziale attualmente occupa più di 1.000 addetti.
Intraprendenza, originalità e forza creativa dei mastri birrai rappresentano importanti punti di forza del comparto: lo dimostra un’indagine condotta presso i birrifici artigianali e presente nel medesimo report che rivela come nelle 130 imprese esaminate la produzione totale realizzata nel 2022 dia vita a 1.162 diverse etichette sempre presenti nei diversi listini.
A queste se ne aggiungono 716 proposte non costantemente ed associate a particolari produzioni stagionali o per altri motivi non continue: a livello di media campionaria, questo significa che ogni birrificio ha un portfolio dove sono presenti almeno fra le sette e le dieci referenze.
Allo stesso tempo l’indagine rivela come i birrifici artigianali, oltre che nella produzione e vendita della birra, abbiano articolato la loro attività in una variegata serie di attività di accoglienza del cliente: in oltre due terzi dei birrifici infatti, oltre che acquistare i prodotti, è possibile visitare gli impianti, nel 46% dei casi è presente una sala di degustazione, mentre nel 24,6% l’ospitalità è organizzata con brew pub e, nel 32%, con la presenza di un punto di ristoro.
Per quanto riguarda invece i consumi e le scelte dei consumatori, il documento, sulla base di un’indagine di mercato realizzata su 1700 contatti, evidenzia che il 41% degli intervistati è un consumatore abituale di birra, il 12% di sola birra industriale ed il 29% di birra industriale e artigianale.
Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai ha commentato così questi dati: “La birra cresce nelle preferenze degli italiani e la birra artigianale lo fa ancora di più. I motivi possono essere diversi e anche un cambio di cultura del bere è tra questi, ma è importante riconoscere il merito agli operatori del settore per tutto il lavoro che stanno facendo”.
Una crescente attenzione alle materie prime, l’innovazione tecnologica, un marketing efficace e la capacità d’intercettare i gusti dei consumatori sono infatti i principali motivi per cui il comparto della birra artigianale cresce tra le preferenze dei consumatori italiani che sempre più spesso la scelgono anche durante i pasti, come avviene in diversi Paesi del centro-nord Europa.