Raffaele, gestore del Mago di Oz di Milano, scuote la testa sconsolato. “La pandemia ha cambiato e abitudini delle persone. La gente esce prima e torna a casa a prima, weekend a parte”.
Non c’è dubbio: in questi due anni -in generale- abbiamo perso il piacere e l’abitudine di uscire la sera. Non c’è da stupirsi: siamo animali, per natura abitudinari. I tanti mesi di lockdown e di coprifuoco, le continue notizie allarmistiche con tanto di bombardamento quotidiano sul numero di contagi e morti di Covid e la paura ancora presente tra tante persone hanno cambiato radicalmente lo scenario notturno di città e paesi, fine settimana a parte.

Risultato? Molti bar che chiudevano all’1 anticipano la Last Call a mezzanotte, a volte anche alle 23.30.
Da Milano a Firenze, da Bari a Roma, la situazione è la medesima. Di sera sono in pochi a uscire. Tuttavia, il bilancio in termini economici non è uguale per tutti. A differenza del Mago di Oz, alcuni locali riescono a fatturare in una fascia oraria più limitata le stesse cifre di prima.
Luca Picchi, bar manager del Gilli Caffè di Firenze, per esempio ci dice: “Noi la sera facciamo poco, in compenso di giorno siamo letteralmente presi d’assalto. Alle 22 potremmo chiudere. L’incasso della giornata lo portiamo a casa nelle ore precedenti”.




